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Le chiese riformate argentine sulla depenalizzazione dell’aborto

La Comunione della chiese della Riforma latino americane, che comprende la Chiesa valdese del Rio de la Plata, la Chiesa evangelica del Rio del Plata, la Chiesa riformata in Argentina, la Chiesa metodista e la Chiesa luterana unita d’Argentina, ha rilasciato una dichiarazione dopo l’approvazione da parte della Camera dei deputati  di Buenos Aires del disegno di legge sulla depenalizzazione dell’aborto.

Nelle prossime settimane la norma verrà discussa in Senato, dove pare solida la maggioranza che la appoggia. Dopo anni di battaglie e di incredibili mobilitazioni popolari, l’ultima proprio durante i giorni di dibattito in Parlamento, sarà consentito l’aborto fino alla 14 settimana di gestazione, e nelle settimane successive in caso di gravi patologie del feto o della madre o di fronte a violenze subite dalla donna. Una svolta epocale per il panorama sud americano.

Il testo è firmato dalle pastore e dai pastori seguenti: Wilma Rommel, Sonia Skupch, Gustavo Gomez Pasqua, Daniel Favaro, Alvaro Salomon e Gerardo Oberman Michelin:

«Quando ricerchiamo la realtà nel Vangelo, comprendiamo che nessuna persona dovrebbe subire abusi o violenze, o discriminazioni razziali, culturali, sociali o di genere. “Sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza“  dice Gesù.

La vita in abbondanza significa in libertà e dignità, per ognuno. Quella libertà che è evidente nella nostra vita di credenti quando possiamo decidere, scegliere ciò che possa riempire di dignità la nostra esistenza. Una libertà che ovviamente implica prendere decisioni con responsabilità.

Per discernere come persone in una società abbiamo bisogno di leggi che ci offrano un quadro entro il quale costruire un mondo più giusto e democratico, in grado di ascoltare la polifonia delle voci, in modo che tutti i settori sociali possano avere una vita sana garantita: opportunità di educazione, di conoscenza e applicazione dei propri diritti di cittadini, accesso libero alle cure, lavoro, una casa. Cioè una vita degna di questo nome.

E ciò è possibile soltanto attraverso leggi che ci rendono tutti uguali.

In questo senso guardiamo alla prima approvazione delle nuove normative in tema di interruzione di gravidanza: da un lato abbiamo avuto la possibilità di discutere con molta maturità democratica e partecipativa e dall’altro queste voci hanno portato grande ricchezza al dibattito e al testo finale.

Quando parliamo di integrità stiamo parlando di non nascondere o negare più le pratiche di aborto clandestino che hanno portato alla morte di così tante donne nel corso degli anni, specialmente di quelle più povere. Non possiamo più recedere dall’impegno, come società e come chiese, di lavorare per la tutela del corpo delle donne. Tutela che comprende anche una migliore educazione sessuale, per evitare di dover giungere ad una soluzione estrema come quella di un aborto.

Come eredi delle chiese della Riforma impegnate nelle nostre comunità, abbiamo sostenuto sia congiuntamente che come singole realtà, l’estensione dei diritti in una società laica tentando di offrire un contributo per sviluppare politiche pubbliche che conducano al pieno esercizio dei diritti umani e al miglioramento della qualità della vita della popolazione. Questo lavoro non implica tuttavia che una chiesa tenti di imporre alla società nel suo complesso la propria concezione etica e morale sulla base delle proprie dottrine e credenze. Come chiese in uno Stato laico dovremmo render chiaro a chi legifera che non lo fa in nome di un dogma religioso o ideologico, ma in nome del mandato ricevuto dalle persone che lo hanno nominato, avendo come unico faro il bene comune, in maniera tale che le politiche pubbliche vengano elaborate a partire da una concezione laica dell’eguaglianza e della non discriminazione. Crediamo che ciò sia finalmente avvenuto al momento della votazione di questa legge.

Servano questi brevi paragrafi per accompagnare la riflessione, la preghiera e le opere delle nostre comunità, sempre orientate alla ricerca della pienezza della vita per ogni persona che abita questa terra».