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«È nei momenti più difficili che la difesa dei diritti rappresenta il segno tangibile della civiltà di un Paese»

Alexian Santino Spinelli, musicista, docente universitario, Rom italiano di antico insediamento, è fra le più importanti voci del panorama Romanì nel mondo. La sua poesia “Auschwitz” orna a Berlino, nei pressi del Bundestag, il monumento dedicato alla memoria del genocidio di Sinti e Rom durante il nazismo, inaugurato il 24 ottobre 2012 alla presenza del capo di Stato tedesco, l’ex pastore luterano Joachim Gauck, e di Angela Merkel.

A seguito delle esternazioni di ieri 18 giugno da parte del ministro dell’Interno Matteo Salvini, relative al censimento della popolazione rom presente nel nostro paese, pubblichiamo qui di seguito il commento che Spinelli ha scritto per Riforma:

«Siamo basiti. Il ministro degli Interni sta usando le fragilità sociali per la sua carriera, eludendo risposte concrete ai problemi concreti e reali del nostro paese come la Mafia, la Camorra, la ‘Ndrangheta, la Sacra Corona Unita; la corruzione e l’evasione fiscale.

Esercitare “bullismo politico” con i più deboli è certamente più facile e redditizio. I Rom e i Sinti sono, ancora una volta, strumentalizzati e sacrificati pubblicamente per ottenere consenso politico.

Dopo aver “sistemato” la “questione migranti”, chiudendo i porti italiani a persone che scappano da guerre e fame, ora il ministro può passare alla fase successiva per accrescere la sua popolarità: la caccia allo “zingaro”: “Al ministero sto facendo preparare un dossier sulla questione rom in Italia”, ha dichiarato Salvini.

Si torna al censimento su base etnica, nonostante il Consiglio di Stato, il diritto internazionale, lo abbiano dichiarato illegittimo.

Il censimento, inutile e illegittimo, ha già dimostrato che in Italia c’è una piccola minoranza rom di circa 180.000 persone (su 60 milioni che formano la nostra popolazione), metà di questi sono cittadini italiani, altri cittadini comunitari e un più modesto gruppo di apolidi, di fatto vittime di guerre provocate altri.

Si torna, anzi si continua, a distinguere tra cittadini italiani di serie A e cittadini italiani di serie Z; noi non abbiamo dimenticato la Z di “Zigeuner” sulla nostra pelle, sempre relegati ad essere cittadini inferiori e da sopportare e che “purtroppo, ti devi tenere”, come è stato appena ricordato.

No, signor ministro dell’Interno, noi siamo cittadini tali e quali a lei; invece di “catalogarci” ci riconosca come minoranza etnica.

Un ministro dello Stato non può esprimere nello svolgimento della sua funzione, che la Costituzione prescrive debba essere espletata con “disciplina e onore”, esternazioni e stigmatizzazioni razziali per una minoranza di suoi concittadini.

Questa politica serve solo a cercare ulteriore consenso, utilizzando paure create ad arte, di fatto, lasciando la popolazione romanì nella solita condizione di marginalità sociale e civile.

Una popolazione colpita da una “frusta discriminatoria” e che è sempre stata costretta a vivere in campi illegali, nel degrado, a nascondere la propria identità, ma che, con orgoglio e intelligenza, mantiene e difende.

Ora, tocca a noi difendere il nostro popolo dicendo al Governo che siamo una minoranza che esiste in Italia da oltre sei secoli e che va riconosciuta e rispettata, inserita compiutamente nella società.

Tocca a noi appellarci alla nostra unità e trovare la solidarietà di chi ancora crede nei valori della democrazia, della nostra Carta Costituzionale, della verità e della giustizia, e che crede che si possa e si debba rimanere umani.

È proprio nei momenti più difficili che la difesa dei diritti rappresenta il segno tangibile della civiltà di un Paese, di una società che non vuole ricadere nell’obbrobrio delle leggi razziali e dei campi di concentramento.

Non tenere a mente il Samudaripe, lo sterminio nazifascista dei Rom e Sinti, può portare pericolosamente a ripetere certi errori e certi orrori.

La società civile e le istituzioni hanno il dovere morale di reagire e di arginare tutte le proposte lesive dei diritti umani e le politiche che esprimono opinioni violente e inaccettabili.

Anche per questo, stiamo realizzando il primo grande monumento in Italia al Samudaripe dei Rom e Sinti che sarà inaugurato a Lanciano (Chieti) il 5 ottobre alle ore 11 nel Parco delle Memorie davanti a Villa Sorge, in passato campo di internamento per donne ebree, 22 delle quali furono mandate a morire nei campi di sterminio.

Caro Ministro, lei e i suoi siete invitati».