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Aquarius. La Fcei conferma il suo sostegno alle Ong che operano legalmente ed efficacemente nel Mediterraneo

«Continuiamo a sostenere le Ong che nel rispetto del diritto umanitario e delle leggi del mare operano con trasparenza e coraggio nel Mediterraneo. Lo facciamo perché, come evangelici, sentiamo nostro dovere dare concretezza alla parola biblica che ci impone di aprire le porte a chi bussa e di soccorrere chi sta rischiando la vita». Lo afferma Paolo Naso, coordinatore di Mediterranean Hope (MH) – Programma rifugiati e migranti della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), annunciando che «anche nelle prossime settimane operatori di Mediterranean Hope saranno impegnati con Proactiva Open Arms, la Ong spagnola che in questi mesi ha salvato circa 60.000 naufraghi nel Mediterraneo centrale. Ci spaventa – prosegue Naso – la pervicace e acrimoniosa campagna di discredito che da mesi colpisce Ong che hanno accettato e rispettato i protocolli ministeriali sul soccorso in mare, sia perché criminalizza chi fa solidarietà sia perché distrae da quello che dovrebbe essere il vero nemico di tutti, delle Ong come dei Governi: il traffico umano e la violazione dei diritti umani in paesi destabilizzati dalla guerra e dalle violenze politiche. Per vincere la sfida delle migrazioni globali abbiamo bisogno di più solidarietà, di più diritti umani e di più cooperazione allo sviluppo. Ostacolare il lavoro delle Ong è moralmente e razionalmente sbagliato – conclude il coordinatore di MH –  perché di fronte a un terremoto non si processano i soccorritori».

Anche il segretario generale del Cec, il Consiglio ecumenico delle chiese, pastore Olav Fykse Tveit, in una intervista all’Agenzia SIR, si è espresso sulla vicenda della nave di soccorso “Aquarius”, attualmente scortata da due imbarcazioni della Guardia costiera italiana in direzione Valencia (Spagna).

Relativamente alla decisione del governo italiano di chiudere i porti, ha detto: «Sono esseri umani. E tutti gli esseri umani sono tali a prescindere dal continente da cui arrivano. Penso che la voce delle chiese sia molto chiara e anche molto importante. C’è una voce comune molto forte in Europa da parte di tutte le chiese e anche da parte di papa Francesco. E questa voce dice che quando le persone sono obbligate a lasciare le loro case a causa di guerra, conflitti, persecuzione politica e religiosa e povertà e diventano rifugiati, c’è una responsabilità da parte dell’altra parte dell’umanità affinché sia loro offerto rifugio e un posto in cui stare. Questo è anche ciò che affermano le Convenzioni internazionali che furono stabilite dopo la seconda guerra mondiale in maniera molto chiara. È assolutamente necessario che gli europei, tutti i Paesi – inclusi, per esempio, anche gli ungheresi – possano offrire ai rifugiati questo asilo, questo aiuto, questo rifugio quando ne hanno bisogno».

Foto tratta da https://sosmediterranee.it/ dalla nave Aquarius