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«Guarire le ferite nel corpo di Cristo»

Si sono incontrati la scorsa settimana a Roma i rappresentanti delle chiese o comunioni di chiese che hanno sottoscritto la Dichiarazione sulla Giustificazione per fede (Jddj, acronimo di Joint Declaration on the doctrine of Justification). Il documento, prodotto congiuntamente nel 1999 in ambito luterano-cattolico, era frutto di trent’anni di relazioni ecumeniche (non a caso definito «pietra miliare nelle relazioni cattolico-luterane») e ha in qualche modo risolto il principale conflitto dottrinale che cinque secoli prima aveva dato avvio alla Riforma protestante. 
Nel 2006 la Jddj è stata poi adottata dal Consiglio mondiale metodista e nel 2017, anniversario dei 500 anni della Riforma, dalla Comunione mondiale di chiese riformate (ne avevamo parlato anche qui, con il commento del segretario della Cmcr Chris Ferguson, e qui con la riflessione del pastore Luca M. Negro), in occasione della sua assemblea generale in Germania. Sempre nel 2017, in occasione del culto solenne tenutosi nell’abbazia di Westminster proprio il 31 ottobre, anche la Comunione anglicana aveva ufficialmente aderito alla Jddj con la simbolica presentazione del documento firmato, da parte dell’arcivescovo Justin Welby, ai quattro rappresentanti delle altre denominazioni aderenti, anche se la Chiesa anglicana aveva già accolto la sostanza della Dichiarazione l’anno precedente, nell’incontro del suo Consiglio consultivo.

I rappresentanti della Federazione luterana mondiale (Flm) e del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani, insieme alle altre tre denominazioni che hanno finora aderito alla Dichiarazione, si sono dunque riuniti per discutere delle implicazioni di questo documento nella vita delle chiese. Hanno quindi avviato, riferiscono i siti Internet della Flm e del servizio di informazione della Comunione anglicana (Acns), «un processo di consultazione per discutere e interrogarsi sulle implicazioni spirituali ed ecclesiali della Dichiarazione», che dovrebbe concretizzarsi il prossimo marzo 2019 con una conferenza pubblica o una tavola rotonda sul tema delle relazioni ecumeniche. I cinque firmatari sono chiamati a farlo insieme, ha sottolineato Kaisamari Hintikka, pastora luterana responsabile delle relazioni ecumeniche per la Flm (nonché unica donna nell’incontro), dichiarando che «siamo testimoni di un certo slancio nel nostro cammino ecumenico comune. Questa consultazione intende valorizzare e utilizzare questo dono, guarire le ferite nel corpo di Cristo». E ha concluso: «Questa consultazione sarà l’inizio di un processo inteso a rispondere alle aspirazioni delle persone di ogni comunità. Vogliamo offrire alle nostre chiese delle linee guida per crescere nella comunione».

Foto: Flm