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Svizzera. Dove vanno le chiese evangeliche?

C’è suspense nei ranghi della Federazione delle chiese evangeliche in Svizzera (Fces): il prossimo 17 giugno l’Assemblea dei delegati della FCES eleggerà il o la nuova presidente che traghetterà l’organismo di chiese cantonali verso quella che diventerà la Chiesa evangelica riformata in Svizzera (Cers).

A fine maggio – a tempo praticamente scaduto – è arrivata la candidatura della pastora zurighese Rita Famos, 52 anni, che sfiderà il pastore Gottfried Locher, 51 anni, il quale si presenta per il terzo mandato consecutivo. Una decisione nata anche in virtù del fatto che, con l’ondata del recente movimento #metoo, che non ha risparmiato le chiese svizzere, sono tornate alla ribalta mediatica alcune dichiarazioni del pastore Locher di qualche tempo fa, affermazioni poco apprezzate soprattutto dalla parte femminile delle chiese evangeliche.

In particolare è stata ricordata la sua dichiarazione resa in un libro-intervista del 2014, in cui spiega la necessità della prostituzione nelle nostre società come utile al fine di pacificare gli uomini – dichiarazioni mai smentite. A queste c’è da aggiungere il suo timore, espresso al giornale «Die Weltwoche», per una eccessiva «femminilizzazione» della chiesa. Troppe donne farebbero scappare gli uomini, aveva detto Locher, che è anche presidente della Comunione di chiese protestanti in Europa (Ccpe), dichiarazioni per le quali nel frattempo sono arrivate scuse ufficiali.

La pastora Famos, per parte sua, dal 2011 al 2014 era membro del Consiglio Fces, nonché presidente della Comunità di lavoro delle chiese cristiane in Svizzera. Attualmente dirige il Dipartimento per la cura d’anime della Chiesa evangelica riformata del Canton Zurigo.

Inoltre, all’attenzione dei delegati dell’Assemblea della Fces sarà anche la nuova Costituzione che verrà ratificata a fine anno e con la quale nascerebbe una vera e propria «chiesa nazionale» – la Chiesa evangelica riformata in Svizzera – con un suo Sinodo e una sua guida spirituale. Oggetto di un’Assemblea straordinaria della Fces alla fine di aprile, la proposta di ristrutturazione statutaria non mette d’accordo tutti, anche perché verrebbe creata la figura di una sorta di vescovo protestante nazionale, concetto che non tutti vedono di buon occhio, forti della tradizione evangelica che fa del «sacerdozio universale» un suo marchio di fabbrica. Una clericalizzazione esagerata per alcuni, un modo per avere un protestantesimo elvetico che parli con una voce sola per altri.

La prossima Assemblea della Fces convocata a Sciaffusa, si annuncia carica di dibattiti accesi e colpi di scena. Ne parla nel suo settimanale evangelico la trasmissione radiofonica «Il Tempo dello Spirito» della RSI, a cura di Paolo Tognina e Luisa Nitti. Per ascoltarla clicca qui.

La Federazione delle chiese evangeliche in Svizzera (Fces) riunisce 24 Chiese evangeliche riformate cantonali, la Chiesa metodista in Svizzera e la Chiesa evangelica libera di Ginevra, in rappresentanza di 2,4 milioni di evangelici. Prende posizione su questioni politiche, sociali, economiche e di fede, ed è l’interlocutrice del governo elvetico.