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L’ecumenismo del fare

La Ekumenska humanitarna organizacija (EHO) , Organizzazione umanitaria ecumenica, è un associazione diaconale, non governativa, creata a Novi Sad nel 1993 su iniziativa del Consiglio ecumenico delle chiese per rispondere alle necessità della popolazione della regione autonoma serba della Vojvodina,  nel pieno della fratricida guerra dei Balcani e della crisi umanitaria ad essa connessa, compresa la gestione dell’elevato numero di sfollati interni in fuga dai luoghi di battaglia.

Se la Vojvodina è un esempio di multiculturalità con le sue presenze di minoranze slave, slovacche, ungheresi, rumene, e Novi Sad sarà la capitale europea della Cultura nel 2021, prima città non appartenente alla Ue a essere stata scelta, la Eho rispecchia queste caratteristiche: i suoi fondatori sono infatti la Chiesa evangelica slovacca della confessione di Augusta in Serbia, la Chiesa cristiana riformata in Serbia, la Chiesa evangelica metodista in Serbia, l’Esarcato apostolico della Chiesa greco-cattolica in Serbia e Montenegro e la Chiesa cristiana evangelica di Serbia-Vojvodina.
Negli anni ha gestito programmi in ambito sanitario, a tutela dell’infanzia, delle persone con disabilità, degli anziani, a difesa dei diritti del popolo rom, e negli ultimi anni a fianco dei migranti che hanno fatto della Serbia un luogo di transito nel tentativo di raggiungere gli stati membri dell’Unione Europea. A tal proposito nel 2017 i suoi 200 volontari circa sono venuti in contatto con oltre sette mila persone che sono transitate nei 6 campi per migranti e rifugiati presenti nella regione.

Obiettivo primario è quello di ridurre le criticità di chi per molti mesi è costretto a sostare fra tende e container. Cibo, vestiti, forniture mediche e per l’igiene dunque in prima istanza (compresa un servizio di lavanderia strutturato a livello industriale), cui affiancare un lavoro di tipo psicologico a supporto dei numerosissimi bambini presenti, le vittime più fragili di questa situazione di disagio, violenza, incertezza sul futuro. Nel campo di Subotica ad esempio, al confine serbo, è stato creato una sezione tutta dedicata all’ascolto dei più piccoli e all’implementazione di programmi educativi ad essi riservato. Un lavoro fondamentale quello delle Organizzazioni non governative in Serbia nel fornire supporto alle autorità statali che gestiscono i 18 campi per rifugiati presenti su tutto il territorio.

Un esempio di cooperazione interreligiosa, sostenuto da importanti diaconie svizzere, tedesche, e non solo, che è stato anche un traino per questa fetta di Serbia in quanto esempio di dialogo fra confessioni differenti, in tempi in cui la Jugoslavia si lacerava fra etnie e guerre, anche, di religione.

In questi giorni EHO ha pubblicato in consueto report annuale delle attività che è leggibile in inglese a questo link .