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«Se vuoi la pace, non hai bisogno di armi!»

«Se vuoi la pace, non hai bisogno di armi!». Questo è il motto della staffetta per la pace che si concluderà sabato 2 giugno a Berlino dopo aver toccato diverse città “storiche” della Germania. Partita il 21 maggio da Oberndorf, oggi passerà da Halle a Wittenberg dopo aver toccato Furtwangen, Lahr, Karlsruhe, Mannheim, Francoforte, Fulda, Kassel, Eisenach e Jena, domani arriverà a Potsdam giungendo infine nella capitale dopo 1100 km e più di 80 tappe in totale.

Migliaia di corridori, dopo essersi iscritti sul sito www.frieden-geht.de, si sono infatti dati il cambio, accompagnati da un team di supporto, indossando la maglietta stampata per l’occasione e correndo per tratti più o meno lunghi a seconda delle tappe e delle capacità atletiche di ognuno.

Sedici organizzazioni hanno sponsorizzato questa iniziativa, «Frieden geht!», che ha visto la partecipazione delle chiese locali (la Chiesa evangelica della Germania centrale, Ekm, è stata una delle sostenitrici), cercando di coinvolgere un ampio spettro di persone: membri di chiesa, atleti e sportivi, movimenti pacifisti, persone impegnate in ambito culturale, invitandole a fare pressione congiuntamente sul governo tedesco affinché cessi l’esportazione di armi.

Più nello specifico, le richieste prevedono l’esclusione dalle garanzie per l’esportazione di armi (Hermesbürgschaften, una sorta di assicurazione statale contro i rischi cui un’azienda può incorrere quando esporta i propri prodotti in mercati a rischio, in particolare nei paesi emergenti e in via di sviluppo; uno strumento per promuovere il commercio estero tedesco che, sebbene le sue linee guida siano regolate dall’Ocse, attualmente non prevede garanzie sufficienti per quanto riguarda il rispetto dell’ambiente e dei diritti umani), un maggiore controllo dell’utilizzo delle armi in conflitti in cui vengono violati i diritti umani, stop alle esportazioni di armi e munizioni di piccolo calibro, nessuna licenza per replicare armi da guerra tedesche, e riconversione dell’industria bellica verso una produzione sostenibile e significativa a livello civile. Queste richieste, stampate e racchiuse in un tubo trasparente, sono passate di mano in mano per essere consegnate direttamente nelle mani dei politici a Berlino. Il tema è stato affrontato in questi giorni anche da iniziative collaterali, l’ultima proprio domani, a Berlino, dove si aprirà il «Festival della pace» con dibattiti e tavole rotonde su questi temi.

La Germania è uno dei maggiori esportatori mondiali di armi di piccolo e grosso calibro, con un forte incremento negli ultimi quattro anni: armi vendute a paesi in guerra, che spesso portano a gravi violazioni dei diritti umani, e all’esodo in massa di civili. Secondo un sondaggio presentato martedì da «Frieden geht!» in una conferenza stampa, il 64% dei tedeschi è contrario alla vendita di armamenti ad altri stati, l’80% respinge l’esportazione in aree di guerra o di crisi. Solo il 9% sarebbe favorevole.

L’iniziativa vuole quindi sensibilizzare la popolazione ad avere un atteggiamento critico e consapevole rispetto alla politica federale, in particolare facendo pressione sul rispetto dell’impegno preso dal Governo a rendere più restrittiva e precisa la direttiva sulle esportazioni di armi.