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Un dialogo laico tra le religioni

Lo scorso 9 maggio è stato firmato un protocollo d’intesa interreligioso tra il Comune di Lecce e i rappresentanti delle confessioni presenti sul suo territorio: protestanti, cattolici, evangelici, ortodossi, musulmani, ebrei e Tamil.

Un’iniziativa laica, partita dall’assessorato alla Cultura di Lecce, che in seguito alla tragedia di Macerata ha deciso di farsi promotore di un tavolo delle varie confessioni religiose «allo scopo primario di far sì che si conoscessero e imparassero a convivere pacificamente».

A spiegarlo è il pastore valdese Bruno Gabrielli, che ai microfoni di Radio Beckwith evangelica, nel programma Voce delle chiese (qui si può ascoltare l’intervista integrale) ha raccontato lo sviluppo di questo bel progetto. Un progetto che, ha spiegato Gabrielli, non nasce nel deserto ma ha trovato in Lecce «un terreno fertile, per l’esistenza già da diversi anni (dal 2011, ndr) di un’associazione interreligiosa chiamata significativamente Il dialogo, che raccoglie l’80% delle confessioni che poi si sono trovate intorno al tavolo promosso dal Comune. Tra i soci fondatori c’era anche la chiesa valdese, in particolare nella persona dell’allora pastore di Taranto, Grottaglie, Brindisi e diaspora salentina, Winfrid Pfannkuche».

La particolarità è che a Lecce non c’è una chiesa valdese, sebbene nella provincia si trovi una decina di persone che si incontrano settimanalmente insieme al pastore Gabrielli, attuale responsabile dell’area. Nella città di Lecce la presenza valdese si lega quindi soprattutto alla partecipazione all’associazione Il dialogo e alle sue attività culturali, con la proficua collaborazione con le altre confessioni, spiega il pastore Gabrielli; in particolare con due personaggi molto particolari nel panorama religioso quali l’imam di Lecce, Saifeddine Maaroufi e Furio Aharon Biagini, professore ebreo di storia di Israele all’Università del Salento, nonché uno dei fondatori de Il dialogo. Due tra le figure più aperte al dialogo interreligioso, possiamo dire coraggiose, in un percorso per nulla scontato e spesso difficile.

Non è un caso che proprio loro siano tra i dieci firmatari del protocollo, insieme al sindaco Carlo Salvemini, al presidente del consiglio della chiesa valdese di Brindisi Teodoro Mauro, a mons. Michele Seccia, ai pastori Gioacchino Caruso (avventista), Tommaso Carpino (Chiesa evangelica internazionale «Gesù è il Signore») e Pino Neglia (Chiesa «Cristo il Pastore»), a Isabella Oztasciyan Bernardini d’Arnesano (Sacra arcidiocesi ortodossa d’Italia e Malta) e Vinujah Selvendiran (Comunità Tamil dello Sri Lanka).

Una iniziativa laica, dunque, e non laicistica, commenta Gabrielli: non si escluse il fenomeno religioso, ma «si cerca il dialogo tra la pluralità delle espressioni religiose che esistono, e nessun segnale dice che esisteranno di meno. Anzi, il futuro ci presenterà un’Italia sempre più pluralistica anche dal punto di vista religioso».

Iniziative come questa sono, conclude Gabrielli, «sprazzi di luce in mezzo a tenebre sempre più oscure, altrove e in generale la politica sembra andare in una direzione opposta, verso una sempre maggiore chiusura alle diversità, non solo in campo religioso. Ci incoraggia il fatto che ci siano ancora esponenti della politica come l’attuale amministrazione comunale di Lecce, che vanno in un’altra direzione, con l’accoglienza delle differenze».

Il prossimo passo sarà martedì 29 maggio, con la prima riunione del comitato che si costituirà in seguito alla sigla del protocollo d’intesa: si comincerà a scambiarsi qualche proposta e idea concreta, in vista del prossimo autunno, quando con ogni probabilità cominceranno le attività.

Foto tratta da puglianews24.eu