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In Argentina si discute di aborto

Prosegue la polemica in Argentina, relativa alla legalizzazione dell’aborto. Una proposta è in discussione nelle aule del Parlamento. Uno degli obiettivi della legalizzazione, o la sua depenalizzazione, è ridurre la mortalità materna, dovuta all’aborto clandestino.

Secondo i dati pubblicati dal Ministero della Sanità argentino, nel 2016 sono 43 le donne decedute a causa della gravidanza interrotta in aborti clandestini, che sarebbero circa 50 mila all’anno nel paese.

Le cifre sono importanti perché restituiscono l’immagine di una dimensione reale del problema e, se confermate, consentono di assegnare delle priorità alle politiche sanitarie più appropriate, proprio per migliorare la salute della popolazione. Il governo argentino, infatti, ha chiesto ai parlamentari un dibattito serio, maturo e responsabile su questo tema.

Aurelia Schöller, pastora luterana della Chiesa evangelica del Río de La Plata (Ierp), nei giorni scorsi si è espressa sostenendo che il divieto di aborto contribuisce a rendere invisibili molte donne e a esporle a seri rischi negando loro la dovuta protezione sanitaria: «La depenalizzazione è il modo migliore per proteggere le donne che scelgono di interrompere una gravidanza indesiderata, anche se la nostra chiesa è a favore della vita e contro l’aborto. Ciò che è in discussione oggi – prosegue Schöller – è la depenalizzazione. Come Chiesa, diciamo che la depenalizzazione è il male minore. Comminare una pena, non aiuta ad avere meno aborti», ha detto Schöller.

La Conferenza ministeriale plenaria della Ierp si è riunita il mese scorso proprio per ragionare e dialogare sul tema: è stato redatto un documento che per l’appunto anticipa le istanze espresse dalla pastora.

L’aborto in Argentina è illegale, tranne in caso di stupro o se la vita della donna è in pericolo. Tuttavia, anche in questi casi le donne e le ragazze sono spesso oggetto di procedimenti penali o hanno difficoltà ad accedere a servizi sanitari.

L’attuale codice penale, in vigore dal 1880, include l’aborto come reato, senza eccezioni.

Nel 1922 le disposizioni sul codice penale in materia di aborto furono modificate in modo da prevedere tre eccezioni: quando la vita, o la salute della donna incinta, è in pericolo; quando la gravidanza è il risultato di uno stupro; o nel caso in cui la donna incinta sia cagionevole di mente.

La pastora Schöller, infine, chiarito che la Ierp non condivide la posizione di coloro, uomini di chiesa, che hanno firmato un documento contro la depenalizzazione in collaborazione con la Chiesa cattolica e l’Università cattolica delle missioni (Ucami) e della Conferenza episcopale argentina che ha invitato i propri fedeli a un periodo di «preghiera incessante» sino al 3 giugno, per la vita e, in particolare, per la vita del nascituro.