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Quella volta che le suffragette tentarono di far saltare in aria il vescovo di Londra…

Esattamente 105 anni fa, il 7 maggio 1913, in uno dei momenti più accesi della lotta per il diritto di voto (concesso alle donne britanniche esattamente cento anni fa, nel febbraio 1918) le suffragette ordirono un complotto per fare saltare in aria con una bomba a orologeria il vescovo anglicano di Londra, nella cattedrale di St. Paul. Su quello stesso trono, sabato 12 maggio, è stato consacrato il 133° vescovo, ed era la prima vescova, Sara Mullally, che nel suo sermone di insediamento ha predicato sul tema dell’«essere sovversivi per Cristo» e ha ricordato questo episodio significativo.

Nominata lo scorso dicembre con l’entusiasmo di molti e le perplessità di qualcuno (ne avevamo parlato qui), Mullally è stata consacrata con cerimonia solenne in una data per lei non casuale. Il 12 maggio era infatti la giornata internazionale dell’infermiere, data di nascita di Florence Nightingale, fondatrice della moderna assistenza infermieristica (grazie all’esperienza maturata in particolare durante la guerra di Crimea): una ricorrenza che rimanda alla trentennale esperienza come infermiera professionale di Sarah Mullally, riconosciuta Dama comandante dell’impero britannico nel 2005 per il suo contributo all’infermieristica e all’ostetricia, prima di intraprendere la carriera ecclesiastica. Ma, come ricordava la stessa Mullally, più che due carriere distinte le considera due momenti della stessa vocazione a «seguire Gesù Cristo, conoscerlo e farlo conoscere, cercando sempre di vivere con compassione al servizio degli altri».

Prima vescova a condurre una cerimonia di ordinazione di altri vescovi (di cui tre erano donne) due anni fa, la cinquantaseienne era stata consacrata vescova di Crediton, diventando la quarta vescova della Chiesa d’Inghilterra (secondo la legislazione formalmente adottata nel 2014). All’epoca della sua assegnazione a Crediton, Mullally aveva dichiarato al Daily Telegraph la sua convinzione che non si dovesse essere ossessionati dai «banchi vuoti»: «La Chiesa deve prendere molto sul serio il cambiamento nell’appartenenza ecclesiastica, riconoscendo che ci sono ottimi esempi in cui le chiese sono impegnate con le persone non tra i banchi della chiesa».

Nel suo sermone di insediamento, Mullally ha fatto riferimento alle sfide che la città deve affrontare in termini di criminalità, e agli scandali legati agli abusi sessuali all’interno della Chiesa, facendo appello a una cultura che «sfidi la sottomissione e l’abuso di potere» e dia ascolto alle vittime degli abusi. Mullally ha utilizzato un’immagine molto forte: «Abbiamo bisogno di parlare per l’intera città, di lavorare per sfidare la violenza e il crimine che ha portato le madri a dover pulire il sangue dei loro propri figli dai nostri marciapiedi». E ha aggiunto: «Potrebbe esserci un’immagine più cruda o una sveglia più urgente per tutti quelli che amano questa città, che credono che possa avere un futuro migliore?».

L’aspetta un lavoro impegnativo, in una diocesi diversa dalle altre perché qui, in controtendenza rispetto al generale declino della Church of England, le congregazioni sono in crescita, sebbene il panorama religioso rimanga in prevalenza conservatore, con numerose parrocchie anglo-cattoliche ed evangelicali.