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Parlare di ebrei a Torino

«Le leggi razziali sono un tema di grandissima importanza civile: per molto tempo sono state un aspetto rimosso, si è pensato che la violenza dell’antisemitismo fosse arrivata solo dopo l’8 settembre. In realtà sono state emanate quando l’Italia era un paese libero e indipendente… non come in altri paesi».

Così commenta il prof. Daniele Garrone, docente di Antico Testamento alla Facoltà valdese di Teologia di Roma, ricordando alcuni aspetti problematici della persecuzione ebraica in Italia: «Poche voci contrarie si levarono, e i rastrellamenti condotti a Roma, che portarono nei campi di sterminio più di duemila persone, non sarebbero riusciti con la stessa efficienza senza la collaborazione della polizia italiana, per non parlare delle delazioni, su cui gli studi sono appena cominciati».

Riscoprire questa pagina, a ottant’anni dalla promulgazione delle leggi razziali, spiega Garrone, è «tanto più importante in un’Europa che vede crescere ogni giorno segnali preoccupanti di antisemitismo».

Per questo, venerdì 4 maggio, in collaborazione con la comunità ebraica, si terrà nel salone della Casa valdese di Torino (c.so Vittorio Emanuele II, 23) dalle 15 alle 18 un convegno nel quale interverranno Alberto Cavaglion dell’Università di Firenze, dal punto di vista ebraico, e lo stesso Garrone.

Si parlerà però anche di esperienze positive, come l’incontro tra ebrei e valdesi, le due minoranze storiche della città, sui banchi della scuola ebraica, che «nel clima non propriamente pluralistico e laico della cultura italiana degli anni Cinquanta e Sessanta era di una laicità esemplare: in occasione di tutte le festività civili, c’erano incontri con testimoni della Resistenza, film, lezioni di democrazia e impegno civile». Il prof. Garrone, ex allievo, ne parlerà insieme a Sonia Brunetti, compagna di scuola ed ex preside.

Ma il programma non finisce qui: la volontà di «fare i conti con il proprio passato» si estende a tutta la storia protestante, per affrontare «un pregiudizio purtroppo largamente ecumenico nei confronti dell’ebraismo attraverso i secoli».

Ecco quindi la seconda proposta, la giornata di studio di sabato 5 maggio

dalle 9,30 sempre alla Casa valdese, pensata soprattutto per gli studenti del corso di laurea in Scienze bibliche e teologiche della Facoltà valdese di Teologia, gli studenti della Facoltà teologica dell’Italia settentrionale. La giornata, le cui iscrizioni si chiudono il 3 maggio (presso la libreria Claudiana, tel. 011-6692458 o via mail: torinoprotestante@gmail.com), prevede anche una piccola quota di partecipazione.

La giornata sarà dedicata in modo specifico al rapporto tra protestanti ed ebrei attraverso i secoli, con focus sul mondo cattolico ed ebraico nelle relazioni del teologo cattolico Piero Stefani, presidente del Sae, e della prof. Claudia Milani, docente di ebraismo, entrambi docenti alla Facoltà teologica dell’Italia settentrionale.

Come spiega ancora il prof. Garrone, che interverrà in due momenti della giornata, «prenderemo in esame tre fasi storiche, partendo dal XVI secolo, con il caso più noto di Lutero, ma anche di altri riformatori che si pronunciarono polemicamente nei confronti degli ebrei e, cosa ancor più incisiva nella pratica, contro la tolleranza degli ebrei. Poi tratteremo il periodo del sorgere del moderno antisemitismo, dalla fine dell’800 al nazismo, con particolare attenzione alla Germania, e infine il periodo successivo alla Shoah, che soprattutto dalla fine degli anni Settanta ha visto la maggior parte delle chiese protestanti ripensare l’eredità dell’antigiudaismo e cercare nuove strade di dialogo, ma anche nuovi modi di pensare Israele all’interno della teologia cristiana».

 

Foto: sinagoga di Torino