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Volontariato: le difficoltà del settore

Sono stati oltre 300 i volontari tesserati fra le fila dell’Associazione Evangelica di Volontariato (Aev) nello scorso anno. «Non tutti hanno prestato servizio contemporaneamente – ci spiega il presidente Davide Rosso – ma sono numeri importanti e molto “variegati” in quanto occupiamo praticamente tutto il terzo settore». Nell’assemblea ordinaria di pochi giorni fa, sono stati riconfermati alla guida proprio Rosso e alla vicepresidenza Adriano Longo, per molti anni presidente e anima dell’associazione. Nel direttivo anche Letizia Coisson, Roberto Charbonnier e Davide Arca.

L’Aev ha anche aperto la propria porta a un’altra storica associazione di volontariato, l’Avo (Associazione Volontari Ospedalieri) sezione di Torre Pellice offrendo la possibilità di svolgere attività di volontariato sotto l’egida Aev. «L’Avo in valle ha una storia ultra trentennale e ci spiaceva vederla azzerata, vista la situazione di difficoltà che sta attraversando. Non sarà un inglobamento ma un sostegno: i volontari che decideranno verrano tesserati anche Aev e dovranno rispettare le nostre regolalmentazioni, nel momento in cui andranno a fare del volontariato».

Proprio negli ultimi mesi a livello nazionale sono stati emanati dei divieti da alcune aziende ospedaliere che vietano alcune attività ai volontari (come l’aiuto nei pasti) per questioni legate alla sicurezza. E la stessa Avo, a Torino, ha chiesto ai propri volontri di non più procedere alla somministrazione di pasti alle persone ricoverate per la mancanza di coperture assicurative adeguate in caso di incidente. La sicurezza è strettamente correlata alla formazione. Come si pone l’Aev in questo ambito? «Avendo centinaia di volontari in ambiti molto diversi fra loro (dai migranti agli anziani alla cultura) invitiamo le strutture in cui prestano servizio a formare le persone. Questo è molto utile perché l’attività è mirata a un determinato settore ed è conveniente alla struttura avere un volontario preparato». Le questioni sono anche altre, di livello ecomomico. «In effetti – conclude Rosso –  non abbiamo le risorse economiche per far fronte a corsi di formazione ma ciò che è emerso dall’ultima assemblea dei soci è quella di creare una “rete di formazione”. Vale a dire che dall’associazione verranno comunicati a tutti i tesserati le novità legate ai corsi di formazione presenti sul territorio. Inoltre se un socio è a conoscenza di un corso che può essere utile anche ad altri è invitato a comunicarcelo, così da poterlo condividere con tutti»