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Ospitalità eucaristica in Germania, nuova tappa

La questione della condivisione dell’eucaristia per le coppie interconfessionali cattolico-luterane in Germania valica in confini nazionali e sta per vivere una nuova importante tappa.

A darne notizia è il portavoce della Conferenza episcopale tedesca Matthias Kopp, in un comunicato reso pubblico ieri per smentire le indiscrezioni di stampa secondo le quali il Vaticano sarebbe stato pronto a respingere il documento sull’ospitalità eucaristica annunciato il 22 febbraio scorso al termine dell’assemblea dei vescovi cattolici tedeschi.

Si tratta di una guida pastorale che finalmente prevede delle aperture sulla condivisione della cena del Signore per le numerosissime coppie formate da un protestante e da un cattolico (circa il 30% dei tedeschi si dichiara cattolico e una stessa percentuale appartiene all’Ekd, la Chiesa evangelica in Germania). Ogni singolo caso verrà analizzato, ma l’indicazione generale è di valutare positivamente l’ospitalità eucaristica laddove la sua negazione rischi di minacciare l’integrità del matrimonio o la fede dei coniugi.

Nelle scorse settimane sette vescovi cattolici tedeschi hanno scritto una lettera rivolta al prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, l’Arcivescovo Luis Ladaria, e al cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani per chiedere il loro «aiuto e chiarimenti» su un’iniziativa che i firmatari giudicano illegale e che viola l’unità della chiesa perché scavalca decisioni che devono invece giungere dalla chiesa universale, cioè da Roma. Il presidente della Conferenza episcopale tedesca, cardinale Reinhard Marx, ha risposto con una lettera indirizzata a tutti i vescovi della Germania, e pubblicata sul sito web della conferenza episcopale, utile per ricordare le tappe della vicenda e per giustificare una simile decisione – presa «a schiacciante maggioranza» dopo l’incoraggiamento del papa «a compiere nuovi passi nel campo dell’ecumenismo e della pastorale».

Nell’esortazione apostolica “Amoris laetitia” il pontefice scrive: «la decisione di ammettere o no la parte non cattolica del matrimonio alla comunione eucaristica va presa in conformità alle norme generali esistenti in materia, tanto per i cristiani orientali quanto per gli altri cristiani, e tenendo conto di questa situazione particolare, che cioè ricevono il sacramento del matrimonio cristiano due cristiani battezzati. Sebbene gli sposi di un matrimonio misto abbiano in comune i sacramenti del battesimo e del matrimonio, la condivisione dell’eucaristia non può essere che eccezionale e, in ogni caso, vanno osservate le disposizioni indicate», cioè dalle disposizione contenute nel documento del 1993 realizzato dal pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani e intitolato “Direttorio per l’applicazione dei principi e delle norme sull’ecumenismo”.

Impegno più forte in tal senso appare quello preso da cattolici e luterani a Lund (Svezia) il 31 ottobre 2016, quando nella loro dichiarazione congiunta affermavano la «comune responsabilità pastorale» di rispondere alla «sete e fame spirituale» di molti fedeli che desiderano «ricevere l’eucaristia alla stessa mensa, come espressione concreta della piena unità».

Quello tedesco è un passo importante anche perché, come ricorda l’agenzia di stampa Nev- Notizie Evangeliche « il Sinodo dei vescovi sulla famiglia, tenutosi a Roma nell’autunno del 2015, aveva respinto le richieste di apertura provenienti dalla Rete internazionale delle famiglie interconfessionali, e aveva ribadito che “sebbene gli sposi di un matrimonio misto abbiano in comune i sacramenti del battesimo e del matrimonio, la condivisione dell’Eucaristia non può essere che eccezionale”».

Sempre di eccezionalità parla il testo dei vescovi di Germania, ma con modalità che paiono più rivolte all’accoglienza che al diniego.

L’indicazione giunta di una volontà del pontefice di organizzare un incontro ad hoc oltre Tevere pare il segnale di una reale e sincera attenzione.

 

Nella foto tratta dal sito dell’Ekd il cardinale cattolico Reinhard Marx e il vescovo luterano Heinrich Bedford-Strohm