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Viaggio nella storia delle donne

Un Teatro Incontro di Pinerolo tutto esaurito, ieri sera, per la prima dello spettacolo teatrale L’altra metà del cielo, frutto di una collaborazione tra studenti, insegnanti dell’Istituto Superiore Alberti-Porro di Pinerolo e il Servizio Giovani e Territorio della Diaconia Valdese, nel contesto di un percorso che si rinnova dopo la positiva esperienza dell’anno scorso.

L’appuntamento si inseriva nel fitto calendario di Xsone 5.0, il ciclo di incontri, dibattiti ed eventi sui servizi alla persona, pensato e organizzato dal Coordinamento Opere Valli della Diaconia Valdese.

L’altra metà del cielo è il frutto di una riflessione condivisa sul tema dell’emancipazione femminile: sul palco attori ed attrici hanno accompagnato il pubblico in un lungo viaggio tra passato e presente. Grazie all’interpretazione di una cinquantina di personaggi, il percorso fa rivivere le faticose e fondamentali conquiste ottenute dalle donne nel corso della storia e il loro tortuoso cammino, ancora in corso, verso la distruzione dei modelli distorti di un mondo che ne ha sempre bloccato l’affermazione.

Il racconto portato in scena è quello della visita a un ipotetico Museo della Donna: i visitatori, anch’essi tra i personaggi, attraversano il tempo storico grazie all’animarsi delle diverse sale che ripercorrono le tappe fondamentali della storia dell’emancipazione femminile.

Dalle regine di tempi passati alle prime suffragette che chiedevano la possibilità di voto, dalle donne accusate di stregoneria e arse ingiustamente sui roghi medioevali a Lidia Poët di Perrero, prima iscritta all’ordine degli avvocati nel 1883. E poi ancora le donne partigiane, le prime donne operaie, le manifestanti degli anni ’60, la pubblicità degli anni ’80 e l’uso distorto del corpo femminile come oggetto da mostrare ed esibire. Fino ad arrivare a Malala Yousafzai, giovanissima attivista pakistana, premio Nobel per la Pace nel 2014.

Il lavoro teatrale all’istituto pinerolese è giunto al secondo anno e, come ogni buon cammino che si rispetti, si è alzato il livello di difficoltà per i giovani attori, come spiega la regista Anna Giampiccoli «Se l’anno scorso i ragazzi, con il testo sul bullismo, avevano interpretato personaggi molto vicini alla loro realtà, quest’anno il lavoro di immedesimazione è stato più difficile, perché gli attori si sono trovati a dover interpretare personaggi con vissuti necessariamente molto diversi dai loro».

«Come insegnanti – racconta Beatrice Lella, insegnante coinvolta nel progetto e autrice insieme ad alcune colleghe del testo teatrale – ci siamo rese conto che il momento storico richiedeva di raccontare una storia in grado di trasmettere l’importanza di lottare ancora, ma da un’altra prospettiva: non più contro ma con gli uomini, per riaffermare i diritti non solo delle donne ma dell’umanità intera».

Un tema importante quello dei diritti delle donne e del suo percorso ancora lungi dall’essere terminato, come nota la professoressa Lella nel suo lavoro quotidiano a contatto con le nuove generazioni «Con grande amarezza devo constatare che dalla maggior parte delle famiglie non arrivano questi stimoli: le ragazze non hanno coscienza di un percorso importante come quello dell’emancipazione femminile e ne hanno ancora meno del fatto che alcuni obiettivi raggiunti vengono messi in discussione quotidianamente» Diventa quindi prezioso il lavoro svolto all’interno della scuola, anche grazie al teatro.

Un coro di applausi e di apprezzamenti ha salutato tutti gli studenti e le studentesse che hanno partecipato al progetto: Non solo gli attori saliti sul palco, ma anche musicisti, scenografi, truccatori, le insegnanti che hanno seguito il progetto e le formatrici della Diaconia Valdese che ne hanno accompagnato il cammino.

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