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La Chiesa di Scozia e i legami con Srebrenica

La pastora Lorna Hood è alla guida della prima delegazione composta da sole donne della organizzazione “Remembering Srebrenica Scotland” in questi giorni in Bosnia per costruire nuove relazioni tra la Scozia e le organizzazioni che rappresentano le vittime femminili della guerra in ex Jugoslavia. Desiderio primario è trasmettere la conoscenza, alle nuove generazioni scozzesi, di quanto le donne hanno dovuto soffrire durante gli anni del conflitto fratricida.

La pastora Hood, coinvolta per la prima volta nell’organizzazione benefica durante il suo anno, fra il 2013 e il 2014, da moderatora della Kirk, la Chiesa di Scozia, ha dichiarato: «Oltre 1.000 persone dal Regno Unito hanno visitato Srebrenica come parte del nostro programma di lavoro, ciascuna tornata a casa con una nuova comprensione del genocidio da trasmettere alle persone vicine, e per questo possiamo assicurare che non dimenticheremo mai le vittime di quel massacro». «In questo viaggio, la delegazione imparerà di prima mano cosa è successo a Srebrenica e l’importanza di affrontare l’odio e l’intolleranza per aiutare a costruire una società migliore, più sicura e più coesa. Questa è la nostra prima delegazione composta da sole donne, con particolare attenzione rivolta dunque alla violenza di genere. A volte sarà profondamente doloroso, ma ci impegniamo a sensibilizzare su temi così drammaticamente importanti». L’anziana di chiesa Fiona Buchanan rappresenta l’organizzazione Christian Aid nella delegazione che comprende anche rappresentanti di onlus come Young Scot, College Scozia, Glasgow Caledonian University, Amina Muslim Women’s Resource Center e Glasgow Women’s Library.

Nel 1995, le forze serbo-bosniache guidate dal generale Ratko Mladić hanno massacrato 8.372 uomini e ragazzi nella più grande atrocità compiuta sul suolo europeo dai tempi della seconda guerra mondiale. Remembering Srebrenica mantiene viva la loro memoria organizzando eventi commemorativi. Quest’anno, l’organizzazione benefica si concentra sulla rottura del silenzio sulle esperienze femminili. Tra il 1920 e il 1995 tra le 20.000 e le 50.000 donne furono violentate durante la guerra, e migliaia persero mariti e padri. Questa è l’undicesima delegazione di Remembering Srebrenica Scotland a visitare l’area.

In Bosnia, la delegazione ha in programma di incontrare: la dottoressa Fatima Dautbašić-Klempić, una sopravvissuta alla marcia della morte e l’unica dottoressa a Srebrenica durante la guerra; l’organizzazione Medica Zenica che supporta i sopravvissuti alla violenza sessista in tempo di guerra; l’organizzazione Madri di Srebrenica; e Bakira Hasečić, presidente dell’Associazione delle donne vittime della guerra. I rappresentanti dell’organizzazione scozzese hanno incontrato Bakira in una precedente visita in Bosnia e hanno disposto che il suo lavoro venga evidenziato come parte dell’iniziativa Women on the Shelf della Glasgow Women’s Library.

Bakira, che organizze campagne di senibilizzazione e raccolta fondi per donne violentate e abusate sessualmente nella guerra bosniaca, riceverà una laurea ad honorem dalla Glasgow Caledonian University alla fine di quest’anno. Kezia Dugdale della Remembering Srebrenica ha dichiarato: «La mia visita a Srebrenica nel 2017 è stata un’esperienza straziante. In questo viaggio, voglio saperne di più sulle donne vittime della guerra spesso dimenticate – le donne che hanno perso mariti e padri e le torture inimmaginabili che hanno sopportato.Assisteremo non solo ai fori dei proiettili e ai proiettili di mortaio che hanno lasciato il segno, ma anche alle cicatrici sulle anime delle donne. Fino ad oggi, continuano a lottare per la pace e la giustizia. So che torneremo a casa con una maggiore conoscenza del genocidio e speriamo di creare nuovi legami tra la Scozia e le organizzazioni che rappresentano le donne vittime della guerra bosniaca».