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Semi di pace. Come costruire ponti tra israeliani e palestinesi

«Al figlio malato di tumore della mia vicina di casa era stata data l’autorizzazione a farsi curare in Israele, ma non c’era nessuno che avrebbe potuto portarlo all’ospedale, superato il checkpoint tra i territori palestinesi e Israele»: a parlare così è Naim Albaidah, palestinese di Tulkarem in Cisgiordania, membro da alcuni anni dell’organizzazione Road to Recovery.

Una rete di volontari palestinesi e israeliani tesa a fornire il trasporto – per alcuni vitale – tra casa e ospedale, checkpoint permettendo. «Siccome lavoro in Israele, la mia vicina mi aveva chiesto di trovare qualcuno che potesse accompagnare suo figlio in ospedale sul versante israeliano. Aveva bisogno di terapie quotidiane per tre mesi. Ed è così che ho conosciuto questa organizzazione. Per noi palestinesi gli israeliani sono o soldati, o coloni. Ma quella volta ho incontrato un angelo israeliano.

Che ha continuato a portare con la sua macchina privata malati palestinesi in ospedali israeliani, affinché potessero curarsi adeguatamente», ha detto Albaidah, a Roma con il progetto “Semi di pace” della rivista Confronti. “E’ stata la volta che ho cambiato opinione sugli israeliani”, ha aggiunto. Questa mattina, nel corso di una conferenza stampa tenutasi presso la Camera dei Deputati, è stato evidenziato il valore di “Semi di pace”, che – seppur giunto alla sua XX edizione – si dimostra più necessario che mai.

Scopo del progetto è quello di dare voce, attraverso testimonianze dirette, a israeliani e palestinesi impegnati a favore dell’educazione alla pace e al dialogo interreligioso. «Parlare di “pace possibile” è ancora più importante in questi giorni, in cui molti palestinesi hanno perso la vita in violenti scontri sul confine tra la Striscia di Gaza e Israele», ha detto Claudio Paravati, direttore della rivista Confronti. E in un messaggio gli ha fatto eco l’on. Riccardo Magi, definendo il progetto una «iniziativa di alto valore simbolico e ideale.

L’incontro diretto con questi testimoni è un’occasione unica per confrontarsi con chi la situazione la vive quotidianamente, lavorando nel tentativo di costruire legami di pace duraturi». Quattro in tutto i testimoni che per una settimana gireranno l’Italia, con un incontro anche a Lugano, in Svizzera, per raccontare le loro storie in scuole, università, associazioni. La delegazione israelo-palestinese è composta, oltre a Naim Albaidah, anche da Eli Sahar, israeliano che si occupa di fund raising per Road to Recovery, e da due donne, Piera Edelman e Rasha Obeid, del Parent’s Circle, un’associazione composta da famiglie israeliane e palestinesi, che hanno in comune la perdita di un proprio famigliare a causa del conflitto.

«Di fronte alla situazione politica ingestibile, dobbiamo ripartire da noi, dalle persone, e costruire legami di fiducia». Ne è convinto Naim Albaidah, che ogni mese a casa sua organizza una riunione, «con cibo tipicamente palestinese», insieme a volontari israeliani disposti a raccontare ai palestinesi il perché del loro gesto. «Non è soltanto un’iniziativa umanitaria – sottolinea Sahar – ma è un modo per mitigare il conflitto. Basti pensare alle migliaia di ore trascorse insieme nell’abitacolo di una macchina, a parlare e raccontarsi. In un anno, calcolando i tragitti di tutti i nostri volontari, percorriamo 1 milione di chilometri, da innumerevoli checkpoint, agli ospedali, avanti e indietro. Un modo semplice per conoscere la controparte in un clima disteso».

Un modo per costruire la pace, cominciando dalle persone.

La XX edizione di “Semi di pace” si svolge fino al 14 aprile. Sono previsti i seguenti incontri pubblici: Verona, mercoledì 11 aprile, alle 20.30, Chiesa evangelica valdese di Verona (via Duomo 4) Lugano, giovedì 12 aprile, alle 20.30, Sala multiuso della Chiesa riformata (via Landriani 10) Piombino, giovedì 12 aprile, alle 16.30, Auditorium del Centro giovani “F. De André” (viale della Resistenza 4) Bagnaia a Siena, venerdì 13 aprile, alle 16.30, Comune di Bagnaia a Siena, via Bagnaia 37 – Fraz. Ancaiano, Sovicille Per info sul progetto: Ufficio Programmi – mensile “Confronti”, via Firenze 38, 00184 Roma, tel. 06 – email programmi@confronti.net