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«El Sol» in Paranà

Il Paranà scorre silenzioso, alcuni cartelli invitano a non farci il bagno, l’acqua è inquinata. Da un parco, pulito e ordinato, su una collina poco più in alto, la vista spazia sui vari bracci di fiume, sulle isolette al suo interno. «Non conviene andarci, sulle isole, ci possono essere serpenti e altri animali pericolosi per l’uomo – ci spiegano – portati a valle dalle piene del fiume che trasportano alberi e animali fin dal Brasile».

Dal parco riprendiamo la strada che scende verso i quartieri e dopo poche decine di metri lo scenario cambia. Invece della rilassante vista del fiume iniziano a spuntare le prime piccole case abusive dei quartieri più difficili della città di Paranà, 500 chilometri a nord di Buenos Aires, Argentina. «Adesso facciamo un giro nel quartiere dove avevamo fino a poco tempo fa la sede della residenza – ci spiega la nostra “autista”, Silvia Guilleron – ma non ci potremmo fermare, la zona non è delle più sicure».

Un piccolo fabbricato posto ai bordi di una strada in discesa, è stato per alcuni anni la sede della «Residencia El Sol», gestita dall’associazione «Sumando Voluntandes». «La zona era troppo pericolosa – ci spiega una volta giunti nella nuova struttura, più centrale, la direttrice Silvia Guilleron dopo aver smesso i panni dell’autista, – anche per noi che ci lavoravamo. Ora siamo qui in una zona più tranquilla e centrale, molto più comoda per tutte le attività. Rimane il rammarico di essere andati via dal quartiere in cui il nostro presidio era una qualcosa di importante. Lo Stato, con cui abbiamo “scambiato” le sedi, dovrebbe attivare alcune attività». Nella Residencia El Sol sono ospitate ragazze madri (al momento sei) e orfani (in questi giorni sette). L’associazione lavora a stretto contatto con le dirette emanazioni dello Stato che affida i piccoli e le ragazze a questo centro, in cui vengono accolte e vengono loro dati gli strumenti per affrontare la quotidianità.

Negli anni l’associazione ha ricevuto l’aiuto dell’Otto per Mille valdese e di alcune associazioni di volontariato delle valli, in particolar modo l’Aev (Associazione evangelica di volontariato). «Il nostro lavoro è molto limitato nei numeri viste le nostre forze e le nostre risorse – ci spiega ancora Guilleron (una delle tante volontarie che dal Rio de la Plata è passata all’Asilo valdese di Luserna San Giovanni) – ma è un forte segnale di speranza. Di situazioni difficili e nascoste ne abbiamo molte, sia nelle città sia nei piccoli centri rurali: le ragazze che arrivano da noi hanno storie molto complesse e tragiche; qui nella residenza trovano un ambiente protetto in cui crescere per un po’ cercando di costruirsi un futuro, assieme ai loro figli».

Accanto al lavoro dell’équipe e del comitato (ma le risorse sono limitassime) è prezioso l’aiuto fornito dai volontari, grazie al progetto della Diaconia Valdese di volontariato internazionale. Difficile programmare in questo angolo di Argentina. La riprova? Alle 23,30, durante una cena organizzata dall’associazione il telefono di Guilleron squilla. Una breve chiamata e l’avviso che di lì a pochi minuti sarebbe arrivata una ragazza alla residenza «El Sol», che quindi diventa una piccola luce rifugio anche nella notte.