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Diego Lanza: l’amico professore

Per molti di noi l’incontro con Diego Lanza è stato breve, ma di grande intensità.  Quando dico “noi” intendo dire la generazione di  giovani evangelici che, nel corso degli anni ’60, hanno condiviso la riflessione sulla testimonianza  cristiana e sulla fede vissuta all’interno di un impegno politico di sinistra: dunque  un  gruppo di assidui frequentatori di Agape, i giovani del Movimento Cristiano Studenti ( Mcs) e il gruppo fondatore del Centro Jacopo Lombardini,  a Cinisello Balsamo.

Proprio nell’impostazione dei corsi serali al Lombardini, che non potevano ripetere piattamente quelli della scuola media per  i  tredicenni, Diego ebbe un ruolo importante. Alcuni puntavano su  di un insegnamento più “politico”, non solo  quindi la conquista del  pezzo di carta, ma anche  lo  sviluppo  della “coscienza di classe” – così si diceva –  in vista di un ruolo dirigente  dei lavoratori nelle lotte  in fabbrica ( era l’autunno caldo…)  Altri ritenevano necessario che, prima di tutto, si acquisissero le competenze previste per la licenza  media.  Diego fu determinante, insieme a Giorgio Rochat e Giorgio  Bouchard, per  una impostazione che tenesse in considerazione i due aspetti, con una centralità  nell’insegnamento della storia e  delle scienze, mentre questioni più decisamente politiche e di attualità vennero affrontate con la costituzione di un circolo di ex-allievi, alcuni dei quali collaborarono  poi come insegnanti.

L’incontro con Diego, da parte sua e anche nostra ( da Mario Miegge a Giovanni Mottura,  a Gianfranco Manfredi) non fu però limitato ad aspetti politici, ma soprattutto fu una reciproca interpellanza di carattere teologico e  relativa ai testi biblici sui quali Lanza aveva grandissima competenza.

Dopo aver conseguito la specializzazione a Monaco di Baviera, insegnò  letteratura  greca, prima come assistente e dal  1969 come  titolare, presso l’Università di Pavia. Insieme alle molte pubblicazioni specialistiche fu coordinatore e direttore, con Luciano Canfora e Giuseppe Cambiano di un’opera collettiva sulla filologia greco-antica e sulla letteratura greca.

Dunque un uomo di grande cultura, un  “esprit de finesse”, che non ti faceva mai pesare la tua ignoranza. Pronto alla battuta, allo scherzo, all’ironia e  all’autoironia, dote assai  rara oggi, aveva la capacità di ridurre a sintesi semplici e chiare le cose complicate, e a volte di  seminare  un sano dubbio nelle cose apparentemente più sicure… .

Diego ci ha lasciati all’età di 81 anni. Negli ultimi dieci anni aveva sofferto molto e combattuto   malattie , sopportando varie operazioni, senza perdere  la voglia di vivere e il coraggio, insieme a sua moglie Nicoletta Rostan e ai figli Simone e Andrea.  Ciao, Diego.

 

Foto tratta da La Provincia Pavese