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Dalla campagna alla città: la sfida valdese nel Rio de la Plata

La, piccola, chiesa valdese di Buenos Aires è incastrata fra palazzi molto più alti di lei nel quartiere Belgrano, dal Manuel Belgrano, politico e generale argentino nonché ideatore della bandiera dello stato sud Americano. Nel quartiere Flores, più sud, un’altra chiesa. Strutture che si perdono in un’area metropolitana che conta oltre 14 milioni di abitanti.

Risalendo le enormi distese pianeggianti argentine verso nord si incontra un’altra chiesa nella grande città di Paranà, in piena pampa humida, a circa 500 chilometri dalla capitale e dal centro nevralgico del paese.

I numeri e gli spazi sono molto diversi dalle situazioni in cui spesso le chiese valdesi si confrontano, in Italia e all’estero. Per questo motivo sta nascendo la «pastoral urbana» o la «missione urbana». L’Iglesia Valdense del Rio de la Plata si sta muovendo nella direzione di ottenere una visibilità e un’incidenza pubblica. Visibilità e incidenza che nel vicino Uruguay sono più facili da gestire per via dei numeri molto ridotti di abitanti e di uno Stato veramente laico e non solo sulla carta come quello italiano.

«Qui a Paranà – ci spiega la pastora Claudia Tron – abbiamo creato una nuova chiesa valdese e veniamo ospitati nei locali di quella metodista, ridotta a pochi membri di chiesa. Siamo una chiesa giovane in tutti i sensi, che vuole interrogarsi sull’evangelo e sull’attualità. Abbiamo già rispettato un impegno economico verso la “Mesa” (l’organo direttivo della chiesa valdese latino americana) nonostante non siamo ancora riconosciuti ufficialmente come chiesa e quindi non abbiamo ancora diritto di voto nel Sinodo». Ma la chiesa è scesa per le strade per un confronto su alcuni temi che non vengono altrimenti trattati, ma che la popolazione argentina sente un gran bisogno di affrontare. Questa è l’importante sfida della «pastoral urbana». «In questi mesi in Argentina si parla molto di aborto. La discussione politica è pesantemente condizionata dalla chiesa cattolica romana che si è schierata contro, e quindi quello che stiamo cercado di fare è costruire una coscienza, anche sulla questione di genere. Nella pastoral urbana ci poniamo in modo diverso rispetto alla chiesa che tradizionalmente ci si aspetta, con nuovi sguardi e nuove aperture, senza perdere di vista il fatto che siamo un’unica chiesa, e rimanendo a debita distanza dal fondamentalismo religioso, molto diffuso nei paesi latino-americani. Stiamo seminando in una chiesa dove l’apporto della teologia è critico ma non fondamentalista, perché Dio vuole altro dalla sua chiesa».

Un nuovo percorso che dalla ruralità delle immense campagne rioplatensi, dove da sempre le chiese valdesi hanno trovato terreno fertile, si deve inserire in contesti urbani, spesso nuovi e poco conosciuti.