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Arrestato per non aver commesso il reato

Mauro Donato, quarantunenne originario di Lanzo in provincia di Torino, sposato, padre di tre bambini, insegnante di fotografia e fotoreporter per passione, è stato arrestato il 16 marzo scorso in Serbia con l’accusa di furto e aggressione a tre cittadini di origine afgana, i quali hanno prontamente smentito l’accusa rivolta al giornalista. Nonostante il dietro front degli stessi accusatori, ricorda Francesco Battaglia sul sito Articolo 21, Mauro – che da tempo dedica la sua passione per la fotografia al racconto di sofferenza degli ultimi del nostro tempo, quei migranti costretti a condizioni inumane – dal 16 marzo scorso si trova in un carcere di massima sicurezza nella città di Sremska Mitrovica «per non aver commesso alcun reato».

«La notizia del fermo del fotoreporter torinese desta forte preoccupazione» affermano  in una nota l’Associazione Stampa Subalpina e la Federazione nazionale della Stampa italiana, e con la quale chiedono alle istituzioni italiane – che stanno già seguendo la vicenda attraverso l’ambasciata di Belgrado –  di intensificare le pressioni sul governo serbo coinvolgendo anche le istituzioni europee affinché si possa giungere a una rapida e felice soluzione della vicenda. «Conosciamo Mauro – ricorda Stefano Tallia, segretario dell’Associazione stampa subalpina – come un professionista serio, impegnato da tempo a documentare la sofferenza della centinaia di migranti bloccati sulla “Balkan Route” e attendiamo con ansia la sua liberazione e siamo vicini in questo momento difficile alla sua famiglia».

Al fianco del fotoreporter anche la Federazione internazionale dei giornalisti (Ifj) che si unisce alla Fnsi.

Secondo quanto si è appreso, ricorda ancora Battaglia «Mauro, già collaboratore per l’Ansa e per altre testate nazionali, si trovava in Serbia insieme al suo collega Andrea Vignali dove erano entrati insieme il 10 marzo scorso per documentare il fenomeno migratorio attraverso la rotta balcanica». Il fotoreporter trattenuto in carcere è uno degli autori della mostra “Exodos – rotte migratorie, storie di persone, arrivi, inclusione” promossa dalla Regione Piemonte e ospitata per lungo tempo nella sede principale di Piazza Castello e «stava lavorando – prosegue Battaglia – a un reportage le cui fotografie sarebbero state inserite nella nuova edizione della mostra, che in questi giorni sta facendo il giro dell’Italia e a giugno sarà ospitata al parlamento Europeo».

Alle ore 14 del 16 marzo 2018 arrivati al confine con la Croazia, prosegue il racconto di Battaglia «i due reporter sono stati fermati dalla polizia di confine e alle numerose richieste sul motivo del fermo non è stata data loro alcuna risposta. Alle ore 18 Andrea Vignali è stato rilasciato, mentre Mauro è stato condotto alla vicina centrale di Šid, dove è stato interrogato fino alle 24, ora in cui si è formalizzata un’accusa di rapina aggravata dall’uso della violenza e, dove non gli è stato permesso di contattare l’ambasciata Italiana». Domenica 18 marzo, davanti al pubblico ministero, c’è stata una prima udienza di Mauro al termine della quale è stato convalidato l’arresto.

«La vicenda – conclude battaglia –, oltre a destare preoccupazione per il collega torinese e per la libertà dell’informazione, apre un interrogativo sul perché di questa detenzione, dal momento che alcuni testimoni compresi i tre derubati hanno scagionato Mauro».