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“Grup Yorum”, voce dei popoli oppressi

Sempre al fianco di studenti, operai, minatori, contadini, delle minoranze oppresse, il gruppo musicale turco Grup Yorum dal 1985 da la voce a chi la voce non ce l’ha, schiacciati da governi e presidenti che hanno fatto della repressione il proprio cavallo di battaglia. Per questo i componenti della band hanno subito in trent’anni oltre 400 processi, un numero folle, anni di galera, torture, oltre ovviamente alla censura dei testi. Per questo cantanti e musicisti si sono alternati nel tempo, per non far venir mai meno la voce di libertà delle canzoni dedicati agli oppressi.

Attualmente sono undici i membri ancora imprigionati di Grup Yorum; imprigionati per il loro impegno a favore della democrazia e della libertà di stampa. Se nei confronti dei curdi il governo turco sta ormai applicando un autentico nuovo genocidio, analogamente una dura repressione si è scatenata contro giovani, lavoratori, giornalisti, scrittori, avvocati e dissidenti turchi.

Dopo il colpo di Stato del 2016 (quello vero, di Erdogan), in Turchia vige lo stato di emergenza con la conseguente carcerazione di migliaia di persone.

Dalla nascita nel 1985, Grup Yorum ha sempre garantito il proprio sostegno (e la sua presenza) sia alle lotte della popolazione turca che a quelle internazionali per la giustizia e la libertà, coniugando sapientemente la vena di protesta con le melodie tradizionali. A conferma del suo spirito internazionalista e del rispetto per tutte le culture, le canzoni vengono eseguite sia in turco che in curdo, in arabo e in circasso, sostanzialmente in tutte le lingue parlate in Anatolia.

Sono sempre decine di migliaia le persone che assistono ai loro concerti, atto di ribellione che può costare caro in tempi di caccia alle streghe. Da brividi le immagini di “Bella Ciao” cantata in piazza a Istanbul davanti a una sterminata platea.

Tuttavia, indistruttibile come i popoli, Grup Yorum continua a esistere, a lottare in quanto “strumento della coscienza collettiva” di oppressi, sfruttati, umiliati e offesi. Voce della Resistenza e della speranza. Voce di coloro che continuano a rialzare la testa, nonostante tutto. Gli Inti-Illimani turchi non a caso sono stati ribattezzati.

Il gruppo ha ormai al suo attivo ben 25 album di cui sono stati venduti oltre due milioni di esemplari. Attualmente i loro concerti sono vietati oltre che – ovviamente – in Turchia, anche in Germania.

Recentemente il ministero dell’Interno turco ha invitato a denunciare (in cambio di cospicue somme di denaro, una sorta di taglia) le persone inserite in cinque liste di presunti “terroristi ricercati” avviando una caccia al dissidente anche sul suolo europeo. Sei musicisti di Grup Yorum sono già stati inseriti nella lista. Inoltre il centro culturale di Idil, a Istanbul, ha subito diverse perquisizioni con distruzione dei loro strumenti musicali (e seri danneggiamenti ai locali).

Ma, come hanno scritto i militanti della sinistra turca: «Non è distruggendo uno strumento che potrete far tacere la voce di un popolo».