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«Il discepolato è una missione capace di trasformare il caos in armonia»

La Conferenza mondiale sulla missione e l’evangelizzazione tenutasi dall’8 al 13 marzo ad Arusha in Tanzania, lo ricorda il sito del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec), si è conclusa ieri con una predicazione incentrata sulla chiamata al discepolato curata da Collin Cowan, il segretario generale del Consiglio mondiale per la missione e l’evangelizzazione.

Nel sermone, Cowan, ricordando anche il 70° anniversario del Cec, ha evidenziato quanto il discepolato sia oggi come allora «una scelta prestabilita, una dimensione di contrasto a schemi e luoghi comuni», lo ha fatto citando Gesù e i suoi primi discepoli.

«Gesù – ha ricordato Cowan – si è spinto oltre i confini, ha affrontato i poteri allora presenti, ha sfidato le corruttele ed ha insegnato ai suoi discepoli a contrastare le norme e le pratiche culturali che riteneva inadeguate».

E ha proseguito «Gesù diceva ai suoi discepoli di “essere fieri” e “di essere presenze significative e feconde” in un mondo caotico che si stava chiudendo in sé stesso, lacerato dai conflitti, dalle controversie e dal disprezzo regnante».

Il tema della Conferenza mondiale sulla missione e l’evangelizzazione era infatti: «Muoversi nello Spirito – chiamati a un discepolato che trasforma», per questo motivo, Cowan ha esortato i partecipanti a intraprendere un percorso permanente di discepolato «nel quale è necessario disimparare, per poter riapprendere. Se decideremo di camminare come indicato da Gesù e i suoi primi discepoli – ha proseguito – capiremo che c’è molto da fare; ci accingeremo a percorrere un viaggio di collaborazione, certamente rischieremo di inciampare ma non dovremo arrenderci. Affidiamoci al Colui che ci ha insegnato a percorrere la strada della luce e della verità. La chiamata al discepolato – ha concluso Cowan – ci unisce a Gesù. Il discepolato è una missione capace di trasformare il caos in armonia».

Alla Conferenza ecumenica hanno preso parte oltre 1.000 rappresentanti di chiese protestanti, ortodosse, cattoliche, evangeliche, pentecostali e l’evento è stato «avvolto dallo spirito di ritmi e melodie proposte dalle chiese africane».