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Il compimento delle promesse di Dio

La profezia si affretta verso il suo termine e non mentirà; se tarda, aspettala
Abacuc 2, 3

Il Signore non ritarda l’adempimento della sua promessa, come pretendono alcuni; ma è paziente verso di voi, non volendo che qualcuno perisca, ma che tutti giungano al ravvedimento
II Pietro 3, 9

Il riformatore di Zurigo Huldrich Zwingli, nella sua opera sulla «Chiarezza e certezza della parola di Dio», sosteneva la verità della Scrittura perché ogni promessa in essa contenuta è stata compiuta da Dio. Vita, libertà, conoscenza, purezza, riconciliazione, giustificazione, santificazione, regno… tutte promesse adempiute perfettamente in Cristo.

Gesù Cristo è la risposta di Dio a chi attende il termine della profezia, a chi aspetta di vedere compiuta la promessa. Non ci sono altre risposte. L’unica risposta, l’unica realizzazione, l’unico compimento è Gesù Cristo. In lui troviamo tutto, davvero tutto quello che Dio ci ha promesso nella sua parola.

Aspettare il termine della profezia. Oggi non aspettiamo la realizzazione della promessa, tutta realizzata in Cristo, ma la sua manifestazione visibile e inequivocabile. C’è il regno, c’è il re, ma i nostri occhi sono ancora feriti dalle contraddizioni presenti, che subiamo e produciamo allo stesso tempo. L’attesa costituisce uno degli aspetti più impegnativi della vita cristiana. Da una parte tutto è compiuto, tutto è già in Cristo, dall’altra i credenti sono soli a sperare in un mondo che è contraddizione della loro speranza.

E la speranza cristiana non è trendy, non piace al mondo, non rappresenta la possibilità di un cammino condiviso con altre filosofie o altre fedi. È soltanto di chi ha letto la Bibbia e ha scoperto il Signore Gesù Cristo quale compimento alle promesse di Dio. Perdere la dimensione tesa e a volte drammatica tra promessa, compimento e manifestazione vorrebbe dire dimettersi dal cuore della vocazione cristiana che si sviluppa essenzialmente come attesa.

Sapendo che cosa Dio ha promesso e compiuto in Cristo, viaggiamo in questa vita come irriducibili dell’attesa di quel mondo nuovo che già abbiamo conosciuto.