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Un’ora nuova è già venuta in Gesù Cristo

Mi ha tratto fuori da una fossa di perdizione, dal pantano fangoso; ha fatto posare i miei piedi sulla roccia
Salmo 40, 2

Dice il Signore Gesù Cristo: «In verità, in verità vi dico: l’ora viene, anzi è già venuta, che i morti udranno la voce del Figlio di Dio; e quelli che l’avranno udita, vivranno».
Giovanni 5, 25

Il nostro mondo riconosce raramente un tempo che si consuma, si trasforma, esplode. Lo riconosce nel tradizionale brindisi della festa di capodanno, con le bottiglie stappate rigorosamente al momento in cui la lancetta dei secondi tocca il suo acme e in quei film mozzafiato in cui la bomba a tempo viene disinnescata a una manciata di secondi dall’istante fatale. A parte queste situazioni artefatte, in fondo consideriamo il tempo tutto uguale, una somma di momenti, ore e giorni sempre uguali a se stessi. Abbiamo perso il rapporto con il tempo-avvenimento e lo abbiamo sostituito con il tempo-misura.

D’improvviso viene l’ora, anzi, è già venuta. Non dipende da noi. Viene nel Figlio di Dio, che è già venuto. Non fa in tempo ad annunciare il compimento del tempo, la lancetta allo zenit, che è già tutto lì. Mentre l’idolo c’è, sempre a disposizione, per far parte del tempo regolare della nostra vita, per esserci quando serve a noi, per ammansirci in un rapporto con il nostro ideale e con il nostro desiderio divinizzati e proiettati in cielo, il Figlio di Dio parla. Parla e la sua voce dà il rintocco all’Ora (con la O maiuscola). Cadono il tempo misurato e noioso e l’infondata proiezione da terra a cielo.

La Parola eterna del cielo è fatta carne, scende sulla terra e abita per un tempo tra noi. I morti, morti sotto un tempo misurato e svuotato, ascoltano quella voce, e vivono. Ecco il miracolo dell’incarnazione, della rivelazione e della salvezza. Redime il tempo. Non possiamo più credere che sarà sempre tutto uguale. C’è un’ora nuova, creata e rivelata dalla parola di Gesù Cristo. La ricordiamo, la invochiamo e la attendiamo.