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Assumersi la responsabilità umanitaria

«Il numero di persone in fuga da guerre e persecuzioni non è mai stato così elevato. Si stima che alla fine del 2016 65,6 milioni di esseri umani si trovavano in situazione di esilio forzato. Molti di loro muoiono cercando di trovare rifugio in Europa. Nel 2016 e nel 2017 più di otto mila persone hanno perso la vita nel tentativo di attraversare il mar Mediterraneo» ricorda Magaly Hanselmann, direttora dell’Aiuto delle chiese evangeliche svizzere (Eper). In collaborazione con l’Organizzazione svizzera di aiuto ai rifugiati (Osar), l’Eper sostiene una petizione rivolta al Consiglio Federale per far si che la Svizzera metta in atto sforzi supplementari in tema di accoglienza. In particolare si raccolgono le firme per chiedere al governo di farsi carico di dieci mila nuovi rifugiati all’anno.

«Secondo le stime dell’Unhcr il numero di rifugiati registrati in tutto il mondo che necessitano di un reinsediamento in un paese terzo sicuro è di circa 1,2 milioni. Alla luce di simili dati la nostra richiesta appare relativamente modesta» prosegue  Hanselman. L’86% dei quasi 66 milioni di sfollati vive in nazioni in via di sviluppo, di solito vicino a zone di crisi. Paesi che finiscono sopraffatti dalla situazione e non sono in grado di fornire a chi fugge condizioni di vita accettabili. Per un gran numero di loro l’unica speranza è di affidarsi a canali illegali, con grande rischio per la loro incolumità.

«La petizione chiede da una parte di aumentare il numero di rifugiati accolti rispetto a quanto fatto fino a oggi e dall’altra di aprire la strada ad un modello di corridoi umanitari, così come fatto in Italia dalla Federazione delle chiese evangeliche e dalla Comunità di Sant’Egidio, e già replicati in Francia e in Belgio. Per questo chiediamo al Consiglio Federale di creare le basi giuridiche necessarie per rafforzare le iniziative della società civile e delle chiese. Pensiamo in particolare ad alloggi, accompagnamento e formazione».

Dal 2015 la società civile si è mobilitata e impegnata a favore dei rifugiati in risposta alla difficile situazione di colore che cercano rifugio in Svizzera. Sono nati sul territorio molti comitati spontanei di cittadini, spesso appoggiati dalle chiese riformate e cattoliche locali. Per non disperdere un simile patrimonio di persone e idee l’Eper dal 2016 ha lanciato una campagna che ha riunito in questi mesi 130 organizzazioni della società civile. Eventi sono stati organizzati in ogni cantone per rendere il più visibili possibile le campagne allestite. «La nostra petizione si inserisce dunque in questo filone di attenzione che buona parte della società civile ha dimostrato di avere sull’argomento».