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La Chiesa di Scozia e l’elogio dei giovani

Derek Browning, il moderatore dell’Assemblea generale della Chiesa di Scozia (eletto nel 2017 e succeduto a Russell Barr) si è rivolto al Parlamento scozzese ricordando il ruolo dei giovani, e quanto questi siano fondamentali nell’apportare un contributo positivo alla società scozzese.

«Il 2018 è l’anno dei giovani – ha ricordato nel suo discorso il moderatore Browning –, e offre l’occasione per parkare di loro e per far emergere le poliedriche personalità, i loro talenti e tutte le conquiste che ragazze e ragazzi che vivono e operano nelle nostre chiese e nella nostra società, stanno dando a tutti noi».

Nel lungo discorso ai politici, il moderatore della Chiesa di Scozia ha ricordato: «Mia nonna mi disse “ricorda che hai una bocca e due orecchie – non dimenticare quell’equilibrio” e così in questi mesi ho pensato alle voci dei tanti giovani che ho ascoltato e che sono intervenuti in occasione della nostra Assemblea Generale, lo scorso maggio, e nella loro Assemblea della Gioventù in estate. Giovani intrisi di fede e di molte domande, impegnati nel lavoro e nelle opere sociali. Desiderosi costruire ponti per fare la differenza, sempre».

Browning, ha poi citato alcuni esempi di giovani incontrati nel suo ministero: il giovane di Andrew (nome inventato), un ragazzo «con difficoltà cognitive e che ha da poco iniziato a frequentare il centro diurno della Chiesa di Scozia nell’Ayrshire, un posto sicuro dove poter essere ascoltato, senza essere giudicato».

Ma anche i giovani delle scuole di Anstruther, Glasgow e Dundee, «con molte domande sulla fede. Un gruppo di giovani di Accrington che, in occasione di una visita al Parlamento europeo a Bruxelles, hanno chiesto ai politici di essere ascoltati e di essere tenuti in considerazione perché si decideva sul loro futuro, l’occasione era un dibattito sul referendum europeo». Ed ancora, il moderatore ha citato i «giovani di Ramallah, spaesati per il futuro  dei loro Territori e della situazione tra Israele e la Palestina».

Le parole chiave dette dal moderatore sono state: speranza e visione.

«Il mio percorso è legato all’ospitalità – ha proseguito Browning –. Parlare, ascoltare, ma anche includere ed essere incluso. Quest’anno, dedicato ai giovani, come pensiamo di includerli veramente nel presente e nel futuro? Come potremo riunire le diverse generazioni in modo che l’esperienza e la speranza, la realtà e la visione possano interagire? Gesù, seppe ascoltare e parlare ai giovani e ai vecchi. Le chiese e le comunità religiose hanno molto da offrire alla società, che sarà più inclusiva e migliore se sapremo ascoltare e lavorare con i nostri giovani. C’è molto da fare, andiamo avanti».