640px-16_lorenzo_veneziano_christ_rescuing_peter_from_drowning

Perché hai dubitato?

Quando Dio ha detto una cosa non la farà? O quando ha parlato non manterrà la parola?
Numeri 23, 19

Gesù, stesa la mano, afferrò Pietro e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?»
Matteo 14, 31

Sul lago agitato dal vento, verso i discepoli in barca, Gesù viene camminando sull’acqua. Esitano a riconoscerlo. Pietro, per essere sicuro che è Gesù, gli chiede di metterlo nella sua stessa condizione, cioè di poter camminare sull’acqua senza affondare. Se Pietro fosse arrivato fino a Gesù, gli altri discepoli si sarebbero sentiti rassicurati. Non arriva fino a Gesù, affonda. L’impresa di Pietro fallisce.

Forse la poca fede del discepolo sta nel fatto di aver pensato: ce la sto facendo; concentrandosi così su se stesso, anziché su Gesù. Il quale non può dirgli, come ha detto ad altri che si erano rivolti a lui: «La tua fede ti ha salvato». No, Pietro deve sentirsi afferrare da Gesù (perché “Un giorno una parola”, seguendo l’edizione tedesca, ha omesso questo particolare? A me sembra decisivo: Gesù rimprovera Pietro nel momento in cui l’afferra).

Nel momento in cui guarda a se stesso, il discepolo si sente investito dal vento, sente svanire la sua fiducia, e affonda. Ma la poca fede non provoca la sua fine, perché Gesù lo afferra.

La fiducia in se stessi è addotta in genere da molti come motivo del loro successo. Non è così per chi segue Gesù e si espone in qualche azione dettata dall’evangelo. Il pericolo maggiore non giunge quando l’azione stenta a riuscire o non riesce, giunge quando si riesce. Perché allora è molto naturale vedere la riuscita come frutto della propria abilità. Ci si affida a ciò che può svanire. Bisogna invece, soprattutto allora, contare su quella mano sempre pronta ad afferrarci.