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AgendaMigrazioni. 7 Proposte ai candidati, per una politica dei diritti e della dignità

«Non si può più rimandare. Occorre rilanciare la coesione sociale e l’inclusione, affrontando le paure delle persone con mitezza e nonviolenza» ha dichiarato oggi Virginio Colmegna, presidente della Fondazione Casa della carità, tra i promotori delle “Proposte per una nuova agenda sulle migrazioni in Italia” presentate in conferenza stampa questa mattina a Roma all’Istituto Sturzo. Si tratta di un appello ai candidati e alle candidate per costruire un’Italia di speranza e inclusione. Tra i firmatari dell’agenda, anche la Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), insieme fra gli altri ad ACLI, Associazione Papa Giovanni XXIII, Centro Astalli e Comunità di Sant’Egidio. Al primo punto dell’#Agendamigrazioni, la riforma della legge sulla cittadinanza.

Altri punti specifici, le nuove modalità di ingresso in Italia, la regolarizzazione su base individuale degli stranieri radicati, l’abrogazione del reato di clandestinità, l’ampliamento della rete SPRAR, la valorizzazione e diffusione delle buone pratiche e la partecipazione democratica che preveda elettorato attivo e passivo. «L’inclusione sociale è un vantaggio anche in termini economici. Servono formazione e sistemi di regolarizzazione per comprovata integrazione» sostiene Flavia Cerino, referente immigrazione del Movimento dei focolari.

Sulle nuove modalità di ingresso in Italia è intervenuta Daniela Pompei, responsabile migrazioni della Comunità di Sant’Egidio, che ha sollecitato: «Troviamo nuovi strumenti normativi e continuiamo a usare strategie già esistenti come i #corridoiumanitari realizzati insieme alla Federazione delle chiese evangeliche in Italia e alla Tavola valdese».

L’iniziativa presentata oggi vede fianco a fianco cattolici e protestanti: si tratta di una ventina di enti cristiani impegnati a 360 gradi nei servizi di buona accoglienza e cittadinanza attiva, per immaginare e costruire l’Italia del futuro. «Le risorse culturali del nostro Paese non stanno solo nel capitolo “ordine pubblico” – ha concluso Colmegna –. Vogliamo farci carico di un lavoro culturale in stretto legame con la giustizia sociale e le nostre coscienze, fa parte del nostro DNA. Così come abbiamo fatto per la raccolta firme di Ero Straniero, mettendo in campo tutte le intelligenze che abbiamo, in modo pacato e approfondito. È una densità antropologica che fa bene alla società in cui viviamo e lo vogliamo fare sollecitando anche l’Europa a fare la sua parte».

Per adesioni inviare una mail ad agendamigrazioni@gmail.com

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