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Un «calcio» alla povertà per un futuro migliore

Il calcio come strumento per educare i più giovani, farli uscire da condizioni di povertà e degrado, stimolare la convivenza fra culture, religioni e nazionalità: sono tanti gli esempi in cui il pallone diventa molto più di un gioco.

Tutto parte da una città nel nord dell’Inghilterra, Sunderland, sede della omonima squadra di calcio che fino a poco tempo fa ha disputato nella Premier League. Ma la Sunderland Afc non è l’unica squadra di calcio della città: ne esiste una quasi omonima, la Sunderland Samba, avviata dalla chiesa metodista. Tunde Sobitan, coordinatore del progetto, è convinto che i suoi frutti dureranno per generazioni: «E’ incredibile vedere i muri di divisione basati su opinioni comuni e stereotipi crollare quando la gente comincia a conoscersi e a imparare qualcosa sulla vita degli altri».

Abbiamo chiesto a Tunde di raccontarci qualcosa di questo progetto: «Io mi occupo dello sviluppo della comunità e dei giovani a Sunderland, e curo tutti gli altri ambiti del progetto “Samba” nella comunità, quali programmi di volontariato per i giovani, attività calcistiche per i bambini, ma anche per studenti internazionali e richiedenti asilo presenti sul nostro territorio. Il progetto coinvolge diversi volontari nei vari settori, e quindi io mi occupo di formarli e di gestire il loro lavoro. Mi occupo anche di seguire i giovani negli scambi internazionali con il Kenya e di raccogliere fondi per sostenere i progetti in Kenya».

 

Com’è nata l’idea della Sunderland Samba e… che cosa c’entra il Kenya?

 

«Il fondatore, John Boyd, ha creato una squadra sia nel Regno Unito sia in Kenya. Mentre viaggiava in vari paesi del mondo giocando a calcio, stringeva amicizie, approfondiva la sua fede cristiana, e si rese conto che il calcio poteva essere un’ottima base per realizzare grandi progetti. Incontrò Vicky, che poi è diventata sua moglie, e insieme fecero diversi viaggi in Kenya. Qui John si è sentito chiamato a portare il calcio in alcune delle comunità più svantaggiate di Nairobi, soprattutto fra le ragazze, che sono spesso la categoria più vulnerabile. Così la squadra femminile Samba Girls è nata nel cuore dello slum di Kibera, conosciuto per l’alto tasso di criminalità, povertà, malattie e disoccupazione. Samba ha reclutato allenatori locali, dalla comunità, che credono nell’empowerment delle giovani donne e ha messo insieme un gruppo di ragazze che volevano avere l’opportunità di giocare a calcio. Con il supporto delle chiese metodiste di Sunderland, hanno potuto partecipare a tornei in tutto il Kenya e si sono guadagnate un posto di tutto rispetto nei campionati femminili del Paese.

Tutto questo è successo nell’arco di 14 anni, ma nel frattempo John ha curato altri progetti di sviluppo delle condizioni delle donne di Kibera, organizzando programmi di scambio internazionali di giovani dal Regno Unito per condividere esperienze, fede e cultura. Per John questa squadra è lo strumento per portare uno sviluppo sostenibile alle giovani donne, non soltanto sul campo da calcio ma in tutti gli aspetti della loro vita, educazione, famiglia, carriera».

 

Qual è stata la reazione delle ragazze coinvolte e delle loro famiglie?

 

«Dai numerosi incontri che abbiamo avuto con loro, è emerso un forte senso di appartenenza alla squadra. Quando giocano si trovano insieme con amiche della loro età, quasi tutte dallo stesso quartiere, questo aumenta la solidarietà fra loro. La squadra è un’alternativa alle molte cose negative in cui potrebbero essere trascinate, cattive compagnie, droga e alcool. La squadra fornisce un’alternativa a tutte, non soltanto alle giocatrici migliori, ma anche a coloro che hanno un forte interesse per lo sport. L’attenzione per le nostre ragazze va oltre il campo da gioco, comprende l’andare a trovare le loro famiglie per assicurarsi che vada tutto bene. In diversi casi, Samba ha sponsorizzato l’educazione delle ragazze fino al livello universitario. I genitori apprezzano questo supporto e sono incoraggiati ad accettare la scelta di giocare a calcio, perché ne vedono gli effetti positivi. Una delle ragazze, Eunice, ha detto: “Le ragazze di Kibera hanno molto talento e grandi speranze per il futuro. Sono incredibilmente fortunata di avere conosciuto Sunderland Samba fc quando ero molto giovane, adesso lavoro part-time come arbitro e intanto sto studiando per il diploma. Ha cambiato la mia vita”. Questo è ciò che per Sunderland Samba dovrebbe essere la fede cristiana: trasformazione».

 

Quali sono i progetti per il futuro?

 

«Il lavoro a Kibera è cresciuto soprattutto per quanto riguarda il numero di ragazze coinvolte e di membri dello staff di supporto. Siamo alla continua ricerca di fondi per continuare l’impegno a lungo termine in quella comunità. Per esempio, la squadra è stata recentemente promossa a un livello superiore nel campionato femminile, questo significa che servono più fondi per coprire le spese delle trasferte in altre città del Kenya, il trasporto, il pernottamento, ma anche uno staff di supporto per la sicurezza delle ragazze.

Il nostro obiettivo è dare alle giovani donne di Kibera un futuro sostenibile, perché loro sono il futuro. Questo significa dare opportunità di educazione alle più giovani all’interno della comunità, e una possibilità di lavoro alle più grandi. Vogliamo inoltre rafforzare i nostri programmi internazionali per dare l’opportunità ad alcune ragazze di visitare l’Europa, per vivere dei brevi periodi all’interno della nostra chiesa e comunità locale. Noi vediamo la speranza in mezzo alla povertà più opprimente e sempre più esistenze trasformate dalla ricchezza della grazia di Dio».

 

 

 

Foto: Sunderland Samba FC