esercito_salvezza-1-696x464

Ciò che conta non si conta: il Bilancio sociale dell’Esercito della Salvezza

Alla presentazione del Bilancio sociale dell’Esercito della Salvezza, tenutasi nei giorni scorsi a Roma, presso il Quartier generale dei salutisti in via degli Apuli 41, c’erano anche gli U2, sebbene solo in video: l’incontro infatti si è aperto con la clip in cui il gruppo irlandese rende omaggio a questi cristiani in divisa e alle loro brass band che in tutto il mondo operano a favore dei più poveri e dei diseredati.

«Questo è il primo Bilancio sociale che l’Esercito della Salvezza presenta in Italia – ha spiegato il tenente colonnello Massimo Tursi, capo del Comando italiano e greco -.  La necessità di questo documento è dovuta ai nuovi obblighi di legge per il Terzo settore. Tuttavia, per noi è stato un buon modo per fare un consuntivo di tutto quel che abbiamo fatto in Italia e, soprattutto, un’occasione per raccontarci e presentarci all’esterno».

Le attività e i numeri che emergono dal Bilancio sono importanti: 57mila persone aiutate in un anno, 12mila assistiti attraverso il banco alimentare, 50mila senza tetto raggiunti con coperte, indumenti pesanti e pasti caldi durante l’inverno. Tuttavia, i numeri sono relativi perché, come recita il titolo del Bilancio «Ciò che conta non si «onta. Nei numeri le persone».

«Sono le persone ad esser al centro della nostra azione – ribadisce Tursi -. Per questo, anche attività più piccole che possono sembrare marginali sono importanti: quello che a noi può sembrare solo una goccia nel mare per qualcun‘altro è un bicchiere pieno in grado di dissetare e dare sollievo».

Un elemento che è emerso con chiarezza non solo dal documento ma anche, e soprattutto, dalle persone presenti all’incontro in rappresentanza di moltissime associazioni e organizzazioni partner, è la capacità dell’Esercito della Salvezza di fare rete e inserirsi in un contesto di welfare mix.

«Per welfare mix – spiega Francesca Danese, responsabile delle relazioni esterne dell’Esercito della Salvezza – si intende la possibilità e la capacità di mettere insieme tutte le risorse che possono contribuire al benessere di un territorio: dal volontariato agli enti religiosi, ai commercianti alle industrie. Si tratta di far leva sulla responsabilità sociale di attori diversi che possono lavorare in rete».

Un esempio è quello del Cappuccino sospeso: «lo scorso inverno – prosegue Danese -, l’Esercito della Salvezza ha chiamato a raccolta alcuni bar di diversi quartieri romani, da San Lorenzo a Tor Bella Monaca, dove i clienti possono lasciare una colazione pagata per chi non se la può permettere. Da parte loro, i gestori dei bar si sono resi disponibili non solo a servire bevande calde ma anche a fare del proprio locale un luogo di accoglienza».

Un altro esempio è quello del banco alimentare. «In collaborazione con alcuni grandi supermercati, otre ai prodotti a lunga scadenza che vengono consegnati nel pacco alimentare, abbiamo distribuito dei buoni pasto per l’acquisto di cibi freschi».

L’incontro è stato arricchito da una tavola rotonda, moderata dal giornalista di Radio Vaticana Alessandro Guarisci, a cui hanno partecipato: Nereo Zamaro dell’ISTAT; Gianni Salvadori, dell’esecutivo nazionale del Forum del Terzo settore; Bruno Izzi dell’Alleanza contro la povertà nel Lazio; Bruno Manzi di Legautonomie.

E se gli U2 erano presenti solo in video, un piccolo gruppo di artisti di Ladri di carrozzelle, la band composta da ragazzi e ragazze con disabilità, si sono esibiti dal vivo.