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Splendete come stelle nel mondo

Le parole del Signore son parole pure, sono argento raffinato in un crogiuolo di terra, purificato sette volte
Salmo 12, 6

Risplendete come astri nel mondo, tenendo alta la parola della vita
Filippesi 2, 15-16

 

Ancora cent’anni fa, tanti uomini e tante donne si regolavano con gli astri. La posizione del sole indicava l’ora, le fasi della luna quando imbottigliare il vino o seminare il grano e le stelle, la direzione da seguire. Gli astri erano belli, erano poetici, ma erano soprattutto utili. E il paragone con i cristiani, specie se pensiamo alla lampada delle Beatitudini, diventa automatico (Mt. 5, 14-15).

Tuttavia, non si tratta di mettere al centro noi stessi. Facendo la volontà del Signore e operando il bene, indubbiamente facciamo la cosa giusta. Certo! Ma questo non sarebbe possibile se Dio non producesse in noi il volere e l’agire (Fil. 2, 13). La nostra è un’attiva risposta di fede che non ha nulla di meritorio, ma esprime una riconoscenza ubbidiente. Non è tanto un fare, ma piuttosto un essere. Una stella, proprio perché è tale, non può che illuminare: non fa – è!

Mi vengono alla mente alcuni contadini evangelici del meridione (qualcuno ho fatto in tempo a conoscerlo) che osservavano il giorno festivo anche nel bel mezzo del raccolto, che rientravano prima dai campi perché la sera c’era l’adunanza, che non bestemmiavano se veniva la grandine, non invidiavano il vicino, non litigavano con questo o quel parente e la cui casa era sempre aperta a tutti. Vivevano umilmente la loro vita, giorno dopo giorno, cercando con semplicità, ingenuità e qualche confusione di essere fedeli al proprio Signore. Si stava bene con loro. E a mano a mano che sono venuti a mancare, i loro paesi sono diventanti più grigi, più bui…

Per me, non esiste un cristianesimo teorico, ma soltanto uno pratico, incarnato, vissuto. «Chi fa il bene è da Dio» (III Giov. 11): questo basta a indicare la via a chi vuole trovarla. E, proprio così, si mantiene alta la parola di vita.