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L’Alleanza evangelica mondiale conferma la sua posizione storica sull’unità

L’Alleanza evangelica mondiale (Aem) ha risposto con una dichiarazione ufficiale all’accusa di avere un «programma ecumenico» incoerente con le sue radici storiche evangeliche.

Lo scorso dicembre i Consigli delle Alleanze evangeliche nazionali in Italia, Spagna e Malta hanno redatto e sottoscritto una lettera aperta dal titolo «L’Alleanza evangelica mondiale sta cambiando la sua posizione storica sull’unità?».

In questa lettera si afferma: «La posizione storica sull’unità biblica (tra i cristiani nati di nuovo) e su un contrasto biblico agli errori (pratiche ed insegnamenti devianti) che l’Alleanza ha sostenuto per più di cento anni adesso sembra erosa e sostituita da un’attitudine ecumenica che si basa su un tipo di unità che è in conflitto con le convinzioni evangeliche storiche».

«La ragione per cui scriviamo questa lettera aperta è duplice. In primo luogo, a parte una generica e irrilevante assicurazione che la nostra voce fosse ascoltata, c’è stata una progressiva attuazione di un’agenda ecumenica nella Aem che non ha comportato un’appropriata discussione ai livelli di base e che non ha coinvolto le differenti componenti dell’Alleanza nei processi decisionali. In secondo luogo, sentiamo che questa traiettoria ecumenica della Aem stia per arrivare ad un punto critico nel 2018 (senza purtroppo essere stati avvisati dalla direzione della Aem), e vogliamo esercitare una responsabilità nel proteggere l’eredità ed il futuro dell’Alleanza da quello che sembra essere un pericoloso movimento verso una non qualificata “unità ecumenica».

La risposta ufficiale della Aem, pubblicata il 10 gennaio scorso sul sito, scaturisce dagli incontri che il segretario generale, vescovo Efraim Tendero, ha avuto con i rappresentanti delle Alleanze italiana e spagnola. «Sebbene non abbiamo risolto i nostri disaccordi – si legge nel preambolo della dichiarazione – abbiamo raggiunto una maggiore comprensione attraverso questo scambio».

Le accuse – riguardanti «un punto di svolta» nella traiettoria ecumenica e la firma da parte della Aem di una dichiarazione con il Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) e la Chiesa cattolica romana sull’unità – sono serie, ma «non rispondono a ciò che la Aem sta facendo realmente».

La Aem afferma che gli autori della lettera aperta hanno frainteso le affermazioni fatte durante due incontri differenti del Global Christian Forum, una piattaforma di condivisione e discussione, a cui l’Aem ha partecipato negli ultimi 20 anni

«Gli autori della lettera aperta hanno letto una descrizione del Cec di una riunione di pianificazione del Global Christian Forum (Gcf) avvenuta a Bossey, in Svizzera, che fa riferimento al desiderio generale dei partecipanti di “maggiore unità” come cristiani. E hanno letto anche una descrizione di una riunione del Gcf ad Accra, in Ghana sul proselitismo, che fa riferimento alla possibilità che i partecipanti al Gcf possano firmare una “dichiarazione comune” di comprensione su quel tema specifico (cioè il proselitismo). Hanno quindi integrato le relazioni dei due diversi incontri e hanno tratto la conclusione che l’Aem stava progettando di firmare una dichiarazione comune sull’unità con il Cec e il Vaticano».

«Ci dispiace che le Alleanze che hanno prodotto la lettera aperta non abbiano verificato i fatti con noi prima di pubblicarla».

Tuttavia, si riconosce che «al di sotto di questo specifico equivoco giace una profonda preoccupazione riguardante le relazioni interreligiose della Aem, e in particolare quelle con la Chiesa cattolica romana. Gli estensori della lettera aperta temono che un ravvicinamento e una collaborazione troppo ravvicinati con la Chiesa cattolica possano minare la nostra capacità di articolare la fede evangelica storica in modo univoco».

L’Aem – si legge ancora nella dichiarazione – ha lavorato con Papa Francesco e il Vaticano su molte questioni, come la risposta alle persecuzioni dei cristiani nel mondo. Noi non crediamo di aver cambiato, tradito o compromesso i principi teologici dell’Alleanza mondiale. Tuttavia riconosciamo la profonda preoccupazione espressa da questi e altri evangelici che vivono in paesi a maggioranza cattolica».

Richiamando i risultati della Consultazione (2009 – 2016) tra Aem e Chiesa cattolica romana che testimoniano le ampie differenze che rimangono tra evangelici e cattolici su numerose questioni, la Aem afferma di non cercare «l’unità ecclesiale o sacramentale».

Le relazioni con la Chiesa cattolica sono una questione complessa che richiede «un attento discernimento, e noi rispettiamo l’esistenza di un’ampia varietà di opinioni su questo tema tra gli evangelici».

La dichiarazione si conclude con l’impegno della Aem a fare il possibile per fornire maggiori dettagli sulla portata e la sostanza del lavoro con il Vaticano e in generale sulle relazioni intra e interreligiose.

Da tempo gli evangelici conservatori sono sospettosi dei passi in avanti compiuti da Aem e dai protestanti storici nelle relazioni con il Cec e la Chiesa cattolica romana. Un nuovo gruppo evangelico, la Covenant Christian Coalition, sta cercando di proporsi come soggetto alternativo per i cristiani conservatori a livello globale.