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Ragusa. Curati due piccoli pazienti siriani arrivati con i #corridoiumanitari

In Sicilia, nel ragusano, una sinergia virtuosa tra chiese, società civile, operatori sanitari e volontari ha permesso a due fratellini siriani di essere curati in tempi brevissimi per una grave malattia. I due bambini, giunti lo scorso 27 ottobre all’aeroporto di Roma-Fiumicino con i genitori grazie ad un corridoio umanitario dal Libano, sono stati accolti presso la «Casa delle culture» di Scicli (RG), un progetto di Mediterranean Hope-Programma rifugiati e migranti della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei). La Fcei è promotrice, insieme alla Comunità di Sant’Egidio e la Tavola valdese, dei #corridoiumanitari che hanno già portato in sicurezza un migliaio di profughi particolarmente vulnerabili. È il caso dei due fratelli, affetti da una grave forma di anemia ereditaria: la talassodrepanocitosi. «Ormai sono alla loro terza trasfusione», spiega Giovanna Scifo, referente della Casa delle culture, rallegrandosi di come siano stati presi in carico «senza se, e senza ma» dagli operatori del Centro di Talassemia dell’Azienda sanitaria di Ragusa, anche nella temporanea mancanza di documenti sia anagrafici che sanitari, «dimostrando grande sensibilità e disponibilità».

A farsi carico dello svolgimento dell’iter burocratico e delle spese necessarie è stato il dottor Giuseppe Tavolino, presidente dell’Associazione Fasted onlus (Federazione associazioni siciliane di talassemia, emoglobinopatie e drepanocitosi). In una lettera di ringraziamento al dottor Tavolino estesa anche al primario del Centro, Giovanna Scifo si fa portavoce della famiglia dei due piccoli pazienti, esprimendo gratitudine per le procedure e le analisi che hanno permesso ai fratelli talassemici di accedere in tempi brevissimi alle terapie. «Per i nostri piccoli tutto procede al meglio», conclude la lettera.