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Un’Italia che spende tanto nel gioco

I dati sono stati forniti dall’Aams (Agenzia delle Dogane e dei Monopoli) e sono disponibili on-line sul sito del settimanale l’Espresso. E sono dati inquietanti, quelli legati al gioco delle slot-machine e delle video lotterie. Sulle nostre colonne più volte abbiamo affrontato l’argomento, prima che diventasse oggetto di severi regolamenti che di fatto limitano in modo pesante la presenza delle slot. In val Pellice è nato alcuni fa un comitato chiamato «No slot val Pellice» che ha portato avanti una campagna di sensibilizzazione verso le patologie legate al gioco d’azzardo, censendo tutte le macchinette presenti sul territorio e cercando di dare un riconoscimento a quegli esercizi commerciali che non avevano o rinunciavano alle slot, appiccicando un adesivo e inserendole in un elenco.

In queste ultime settimane entrando nei bar, nelle tabaccherie e in molti altri esercizi commerciali spesso ci siamo ritrovati davanti a videopoker e simili spenti, con sopra cartelli che ne indicavano la prossima rimozione. Cartelli figli della legge entrata in vigore a fine novembre anche in Piemonte che ha obbligato gran parte delle slot in esercizio sul territorio a essere staccate. Questo perchè la legge prevede che nei comuni con popolazione fino a cinquemila abitanti, l’installazione di slot sia vietata in locali che distano meno di trecento metri da una nutrita serie di «punti sensibili», nei quali sono compresi luoghi di culto, scuole, impianti sportivi, ospedali, istituti di credito e stazioni ferroviarie. La distanza diventa di cinquecento metri nei comuni con più di cinquemila abitanti.

Lamentano probabili pesanti perdite i rappresentanti degli installatori di macchinette, anche perchè le stime dicono che il 70% dei punti di gioco sono irregolari in base alla nuova legge.

Si lamentano anche al Ministero perchè la legge regionale, più severa di quella nazionale, priverebbe l’Erario di una quota importante di entrate che derivano appunto da questi giochi. Ma sembra esserci minor attenzione verso quelle migliaia di persone che ogni giorno buttano al vento veri tesori (centinaia di milioni di euro all’anno!) o verso i costi reali e sociali del gioco d’azzardo; dalla vera propria rovina in cui cadono intere famiglie alle tensioni e violenze che si innescano, o ancora dal denaro che a livello di sanità pubblica si spendono nel tentativo di recuperare i giocatori incalliti.

E andando a spulciare i dati c’è da rimanere quantomeno stupiti. La media, cioè quanto spende all’anno ogni abitante, delle giocate è di 355 euro a Torre Pellice, 255 a Luserna San Giovanni, 815 a Bricherasio, 832 a Pinerolo, 66 a Porte, 646 a Villar Perosa, 256 a Perosa Argentina, 384 a Pomaretto, 210 a Perrero, 151 a San Germano, 183 a San Secondo.

I dati alti di Pinerolo e Bricherasio sono da inserire in un contesto con la presenza sul territorio di sale giochi, mentre per molti piccoli comuni (Bobbio Pellice, Prali, Massello, Rorà…) non c’è la presenza di slot e similari.