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Una scuola incrocio di culture e religioni

L’Istituto ecumenico di Teologia “Al Mowafaqa” di Rabat in Marocco entra nel suo quinto anno di vita. Un progetto sostenuto fra gli altri dal Servizio protestante di missione francese (Défap), sia con finanziamenti diretti che con l’invio di studenti borsisti. Fino a oggi ha formato 300 studenti a una cultura del dialogo interreligioso. Un’esperienza pilota, che risponde a un cruciale problema contemporaneo.

La crescita delle tensioni legate alle radicalizzazioni religiose rende chiara ogni giorno la necessità di mantenere vivo il dialogo fra le diverse religioni. Ma come si può dialogare senza conoscere l’altro, ciò su cui si fonda la sua fede? L’Istituto tenta proprio di essere un terreno di incontro fra le diverse religioni.

Creato dalla Chiesa cattolica in Marocco e dalla Chiesa evangelica in Marocco, l’istituto offre una formazione universitaria in teologia in lingua francese, radicata nel contesto marocchino, aperto all’incontro e al dialogo con le altre culture e religioni, per prima quella islamica. Il sostegno alla progettazione dell’iniziativa è giunta dalla Facoltà di Teologia protestante di Strasburgo e dall’Istituto cattolico di Parigi.

Oltre ai 300 laureati in questi 5 anni sono stati attivati corsi e conferenze specifiche, vi sono stati momenti di formazione per pastori, ben 81 professori hanno reso visita da altre facoltà. L’ultimo anno accademico ha contato 36 insegnanti (8 le donne) provenienti da Europa (15), Marocco (5), altri paesi africani (14), Libano (2), di religione protestante (15), cattolica (14), musulmana (5), ebraica (2).

Le classi rispecchiano tali diversità; un esempio su tutti, una classe di 18 studenti provenienti da 14 differenti nazioni: il loro percorso di studi si divide fra varie opzioni: studenti candidati alle chiese in Marocco, in servizio anche presso le parrocchie locali (4 cattolici e 3 protestanti), studenti indipendenti e studenti inviati da altri paesi dallo loro chiesa di appartenenza. Studenti cattolici, riformati, evangelici, pentecostali sono la conferma della crescente influenza dell’Istituto e della rilevanza del modello di formazione teologica “in dialogo”, specialmente in paesi in cui il cristianesimo è minoranza.

Il Marocco, coinvolto dagli esodi di questi anni di popolazioni in movimento dai paesi sub sahariani verso l’Europa o verso gli stessi paese che vivono una condizione economica migliore, fra cui lo stesso Marocco. Da qui le nuove contaminazioni religiose che caratterizzano anche la società marocchina. Altre nazioni del continente stanno vivendo tensioni in cui le identità etnico-religiose sono pericolosamente manipolate. L’unica ricetta è la conoscenza dell’altro e l’Istituto per questo opera.