800px-20101009_arrested_refugees_immigrants_in_fylakio_detention_center_thrace_evros_greece

7 anni di prigione per aver aiutato il prossimo

Ancora un delitto di solidarietà nel cuore dell’Europa.

Lo scorso 29 novembre Stéphan Péllissier, avvocato francese, è stato condannato a sette anni di prigione dalla giustizia greca, per aver aiutato la famiglia della moglie a fuggire dall’inferno siriano.

Nel 2015, Stephan, nativo di Albi, ha cercato di aiutare suoceri, cognata e cognato a passare dalla Grecia all’Italia, raggiungendoli sul posto per organizzare l’attraversamento in traghetto da Patrasso verso le nostre coste. I quattro erano comunque pronti a intraprendere l’ennesimo pericoloso viaggio verso la Francia, per ricongiungersi alla loro figlia e sorella, sposa di Stéphan. Da qui il tentativo dell’uomo di evitare loro altri traumi. Sfortunatamente il tentativo fallisce. Le autorità greche controllano i cinque al momento dell’imbarco e li arrestano.Verranno presto tutti rilasciati ma per Stéphan è l’inizio di un incubo.

Dopo due anni di assurde peregrinazioni in giro per l’Europa intanto i quattro sono finalmente riusciti a giungere in Francia, e qui hanno ricevuto la protezione dell’asilo politico.

Ma per i giudici greci Pélissier si è reso copevole di “trasporto illegale di massa di cittadini non muniti di passaporto”. Nulla conta il legame di parentela.

A fine novembre la mazzata: sette anni di condanna con l’accusa di essere un passeur. La pena, secondo le modalità della legislazione ellenica, è commutabile con una multa che incrementi vari hanno portato alla cifra di 27 mila euro.

Pélissier ha a più riprese manifestato la volontà di evitare un processo di appello, che non sarebbe garanzia di un abbassamento della pena, e rappresenterebbe un ulteriore stress a lui e a tutti i suoi cari, che con tanta fatica hanno percorso migliaia di chilometri e ora si trovano al centro di un caso che è anche politico.

Da più parti si invoca infatti un intervento in materia da parte dell’Eliseo, ma le recendi vicende di Cedric Herrou, Pierre-Alain Mannoni e altri, condannati in Francia peraver accompagnato migranti oltre il confine fra Francia e Italia, non lasciano spazio a molte speranze su una presa di posizione ufficiale nei confronti di un paese membro dell’Unione Europea.

Sul web è intanto attiva una colletta di solidarietà per raccogliere il denaro necessario a Stéphan al fine di evitargli il carcere.

L’impressione è che la Grecia ne abbia voluto fare un caso esemplare, al fine di scoraggiare iniziative analoghe. La storia un domani giudicherà i nostri comportamenti di fronte alla più grande emergenza umanitaria del secolo.