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Le chiese metodiste intervengono sulla questione Gerusalemme

Anche il panorama delle chiese metodiste, per bocca del Consiglio mondiale metodista(Wmc), prende posizione in seguito alle recenti dichiarazioni del presidente statunitense Donald Trump volte a riconoscere Gerusalemme quale capitale dello stato d’Israele.

«Il Consiglio mondiale metodista (Wmc) e le sue chiese membro – si legge nel testo – riconoscono il ruolo fondamentale che la Città Santa di Gerusalemme ha svolto nella storia della fede cristiana. Il Wmc con due delle sue chiese membro nell’area, mantiene una presenza in città attraverso l’ufficio metodista che serve ad aumentare la consapevolezza e il coinvolgimento della nostra comunità nelle questioni attuali che riguardano Israele e Palestina.

In questo momento di sensibilità sociale, politica e religiosa intorno allo status di Gerusalemme, esprimiamo sgomento per l’annuncio del presidente Trump di riconoscere la città come capitale di Israele, respingendo in tal modo decenni di consolidata politica americana e di consenso internazionale. Una tale mossa mina gli sforzi di costruzione della pace nella regione tra i due stati.

 La “Risoluzione su Israele e Palestina” adottata dal Wmc nel 2011 afferma che le chiese dovrebbero lavorare a pregare per una pace giusta e sostenibile in Israele e Palestina ed è per noi il fondamento di queste e di future posizioni del mondo metodista.

Il World Methodist Council si unisce alla voce con del Consiglio ecumenico delle chiese e delle altre comunità mondiali crisitiane  per chiedere con urgenza all’amministrazione degli Stati Uniti di elevarsi coraggiosamente al compito di essere esempio di forza pacifica nell’arena globale. Ciò può essere raggiunto solo sostenendo e incoraggiando i negoziati tra il governo di Israele e l’Autorità palestinese».

La dichiarazione è firmata dal segretario generale del Wmc, il vescovo Ivan Abrahams, dal presidente Jong Chun Parl e dal suo vice Gillian Kingston, oltre che da tutto il direttivo del Consiglio metodista mondiale e dal direttore del Ufficio metodista di Gerusalemme.

Nei giorni scorsi pressoché tutte le varie organizzazioni cristiane hanno espresso profonda preoccupazione per la decisione statunitense.