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Zimbabwe. Assolto il pastore battista Mawarire

«Miei concittadini, è un immenso piacere informarvi che sono stato assolto da tutte le accuse. Grazie per le vostre preghiere e il vostro sostegno. Uniamo le mani per costruire uno Zimbabwe migliore», con queste parole, rilanciate su Twitter e Facebook, il pastore battista Evan Mawarire, fondatore del movimento cittadino «#ThisFlag», ha annunciato il verdetto emesso ieri dal tribunale di Harare.

Da alcuni la sentenza è stata vista come un segnale dell’indipendenza dei tribunali – per decenni usati come strumento di repressione politica – sotto il nuovo presidente ad interim dello Zimbabwe, Emmerson Mnangagwa, che ha preso il posto del dittatore Robert Mugabe, costretto a dimettersi dopo 37 anni al potere la scorsa settimana sotto la pressione dell’esercito e del partito Zanu-PF.

Ma a frenare i facili commenti è lo stesso pastore Mawarire che ai giornalisti presenti nella stanza del tribunale, poco dopo la sentenza emessa dalla giudice dell’Alta Corte, Priscilla Chigumba, ha dichiarato: «Questa sentenza potrebbe essere la prova di uno Zimbabwe più libero, ma questo caso non aveva le gambe per stare in piedi. Penso che molto di più deve accadere per determinare se il sistema giudiziario sarà libero da ora in avanti».

La giudice Chigumba ha detto che i pubblici ministeri non sono stati in grado di dimostrare che le azioni di Mawarire fossero reato, e che egli fosse colpevole di incitamento alla violenza pubblica.

«(Mawarire) ha esortato alla resistenza passiva, ha esortato a pregare per la pace. In che modo le preghiere per la pace possono essere considerate un mezzo incostituzionale per rimuovere un governo costituzionale?», ha detto Chigumba.

Il movimento #ThisFlag fondato da Mawarire è stata una spina nel fianco del regime di Mugabe. Per aver denunciato apertamente le condizioni di vita della popolazione e aver promosso proteste cittadine pacifiche contro il governo ritenuto responsabile della profonda crisi economica dello Zimbabwe, il pastore battista è stato arrestato più volte. L’ultima il 24 settembre scorso, mentre svolgeva il culto in chiesa.

Nelle giornate di avvicendamento politico, il pastore ha continuato a infondere coraggio e speranza al suo popolo. «La nostra nazione ha bisogno proprio ora di buoni pastori che possano rassicurare il popolo. Zimbabwe, tieni duro e mantieni i tuoi sogni e le tue speranze», si legge in una nota di #ThisFlag intitolata: «La speranza dello Zimbabwe sta in noi cittadini, nella nostra Costituzione e in Dio in cui riponiamo la nostra fiducia».

E ancora, chiedendo giustizia e rispetto dei diritti umani di tutti, anche quelli di coloro che hanno sbagliato, Mawarire ha twittato ancora «Se facciamo a loro ciò che hanno fatto a noi, siamo violenti come lo sono loro e non daremo alcuna possibilità alla nostra nazione di essere diversa. La vendetta oscura solo la vostra anima e divora ogni opportunità di guarigione e riconciliazione».