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L’attacco ai fratelli e le sorelle d’Egitto

Il segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec), Olav Fykse Tveit, ha condannato duramente l’attacco terroristico avvenuto lo scorso 24 novembre all’interno e davanti alla moschea al-Rawdah, nel villaggio di Bir al-Abed (nel Sinai settentrionale) a ovest della città di Arish, in Egitto.

Una strage che ha ucciso oltre 300 persone, tra cui 27 bambini, e ne ha ferite più di 100 in occasione della rituale preghiera del venerdì.

Un atto terroristico condotto sia attraverso l’uso di bombe nascoste all’interno del luogo di culto, sia attraverso l’utilizzo di cecchini posizionati all’esterno della moschea per sparare alle persone in fuga dalle esplosioni con armi automatiche. Cecchini che, a quanto pare, non hanno risparmiato neanche le ambulanze accorse per soccorrere i feriti. La moschea presa di mira dai terroristi è nota come luogo di ritrovo dei musulmani sufi (mistici) e considerati dagli estremisti sunniti, filo daesh, degli apostati.

La zona settentrionale del Sinai, e in particolar modo proprio quell’area, è nota per essere un crocevia del traffico di migranti e dove regna l’illegalità, in quanto lo Stato egiziano fatica a gestire i gruppi terroristici che vi si sono insediati.

Tveit ha immediatamente espresso il «profondo dolore per le vittime» per quello che sembra essere l’attacco terroristico più feroce e letale mai visto sul suolo egiziano.

E mentre tutto il mondo esprimeva, venerdì scorso, il cordoglio e lo sgomento per l’accaduto Tveit ha esortato le persone di buona volontà a «continuare a stare unite malgrado la tragedia egiziana e a non farsi sopraffare dalle quotidiane violenze che sconvolgono il pianeta con il chiaro intento di frammentare e dividere. Tuttavia – ha proseguito –, malgrado il nostro invito alla pace, condanniamo duramente questo vile attacco indirizzato ai nostri fratelli musulmani e elle nostre sorelle musulmane. Un gesto che denota l’inaudito disinteresse per la vita – ha detto Tveit –; un gesto che ci riempie di dolore e di rabbia, in quanto vile e perpetrato nei confronti di persone riunite in pace e intente nella loro preghiera. Vi siamo vicini fratelli e sorelle, camminiamo con voi e non permetteremo mai che questo atroce gesto ci divida», ha concluso Tveit nel messaggio di cordoglio.

Tveit, ha poi voluto esprimere le sue condoglianze anche attraverso una lettera indirizzata al grande imam di Al-Azhar, Ahmed al-Tayeb: «preghiamo che il nostro Signore conceda a tutti voi conforto e guarigione. Condanniamo con tutte le nostre forze questo vile e tragico attacco contro i nostri fratelli musulmani intenti nella loro preghiera in un luogo di culto dedicato alla pace e alla devozione».

Questi brutali attacchi, si legge ancora «contro i popoli di fede e contro le moschee e le chiese, mostrano che la violenza non può essere collegata a nessuna religione; al contrario, mira a contrastare il messaggio di amore e di tolleranza che pervade le religioni. Crediamo che il male non possa prevalere sulla luce e sulla bontà di Dio. Facciamo appello al presidente Abd al-Fattah al-Sisi d’Egitto, ai leader religiosi e ai governi di tutta la regione affinché possano garantire sicurezza e giustizia per tutti», ha concluso Tveit.

Tveit ha poi ribadito il pieno sostegno del Cec nei confronti della moschea di al-Azhar e al suo imam al-Tayeb per sostenere gli sforzi contro l’ideologia estremista: «combattere il terrorismo e l’estremismo in Medio Oriente è una responsabilità che ci accomuna. Proseguiamo con caparbietà, dunque, la nostra collaborazione e il nostro lavoro congiunto per la pace e la giustizia nel mondo».