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Dopo Italia e Francia corridoi umanitari in Belgio

Il modello ecumenico italiano dei “corridoi umanitari” continua a fare strada in Europa: dopo la Francia, un analogo progetto parte ora anche in Belgio per accogliere 150 profughi siriani dal Libano e dalla Turchia.

La firma del protocollo è prevista oggi pomeriggio a Bruxelles con, tra gli altri, il Segretario di Stato per l’asilo e la migrazione, Theo Francken (N-VA), e Hilde Kieboom, presidente della Comunità di Sant’Egidio in Belgio, con una novità: l’accoglienza sarà interreligiosa. E’ stata affidata infatti al Comitato “Insieme in pace” (Together in Peace) che raccoglie, tra le altre, chiese protestanti, evangelicali, ortodosse e anglicane, nonché le comunità ebraiche e musulmane del paese. La grande maggioranza dei profughi sarà accolta dalla Conferenza episcopale belga in collaborazione con la Caritas.

Soddisfazione è stata espressa dal pastore Luca Maria Negro, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), tra i promotori insieme alla Tavola valdese e alla Comunità di Sant’Egidio, dei corridoi umanitari italiani: «È una notizia di grande importanza perché l’esperimento dei “corridoi umanitari” sperimentati e realizzati in Italia e poi aperti anche verso la Francia, ora si estende al Belgio. Così come è politicamente rilevante che questo provvedimento sia stato condiviso da forze politiche diverse, anche conservatrici, che ritengono di dover garantire vie legali e sicure ai richiedenti asilo in condizioni di vulnerabilità: i diritti umani non sono né di destra né di sinistra, sono un principio etico che deve appartenere a tutte le forze politiche. Un terzo elemento da sottolineare è che, oltre che “ecumenici” – e cioè realizzati insieme da cattolici e protestanti come accade in Italia e Francia – i ‘corridoi umanitari’ verso il Belgio avranno un carattere interreligioso, perché l’accoglienza verrà garantita da varie comunità di fede, compresi ebrei e musulmani. E così questa strada pionieristica, che gli evangelici italiani hanno contribuito a tracciare, aprire e spianare, ora si allarga ad altri paesi europei. È davvero un bel risultato, che sul piano dei diritti umani mostra un’Europa “delle coscienze” assai più dinamica e creativa dell’Europa delle istituzioni».

In Italia lo scorso 7 novembre presso il Viminale il protocollo per i corridoi umanitari ecumenici è stato rinnovato per un totale di altri 1000 beneficiari.

Immagine: un disegno di Francesco Piobbichi