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“Cultura” sanitaria orientata al femminile

«Violenza contro le donne. “Cultura” sanitaria orientata al femminile» è il titolo dell’incontro che l’Ospedale evangelico internazionale (Oei) di Genova promuove il 24 novembre, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

«L’evento di quest’anno – afferma Barbara Olivieri Caviglia, presidente dell’Oei – prosegue il percorso di approfondimento e formazione sul tema delle violenze e degli abusi sulle donne che il nostro ospedale ha cominciato nel 2013 con il progetto “Finestre Rosa”, a tutela di donne e minori vittime di violenza. In particolare, vogliamo offrire a tutta la cittadinanza uno spazio di confronto e riflessione sugli aspetti sociali, sanitari e culturali della violenza .

Il convegno, alla sua V edizione, si svolgerà nell’arco della giornata di venerdì (dalle 9,30 alle 18,30) presso le Aule multimediali della sede di Castelletto e, in contemporanea tramite videoconferenza, presso il presidio di Voltri. Nella sessione mattutina gli interventi previsti in programma affronteranno soprattutto l’aspetto culturale e sanitario. Tra gli oratori ci sarà lo scrittore Andrea De Carlo.

«Siamo molto onorate – continua Caviglia – della partecipazione di De Carlo, che nei suoi libri ha dedicato un’ampia riflessione ai sentimenti e all’animo umano e, in particolare, delle donne. La scelta di privilegiare l’approccio culturale alla tematica della violenza sulle donne parte dalla profonda convinzione che la cultura fa la differenza nell’esistenza delle persone; è la cultura che dà gli strumenti alle donne per poter cominciare e proseguire ancora con più forza il cammino verso l’emancipazione. Oltre a De Carlo interverrà anche Ivano Ferrari, medico ginecologo presso il nostro ospedale, anch’egli scrittore. È importante che ci sia la voce degli uomini che sono chiamati a darci una mano affinché la cultura patriarcale di predominio sulle donne finisca».

La sessione prevista nel pomeriggio invece – come si legge nel comunicato stampa dell’iniziativa – si concentrerà «sul concetto di multiculturalità quale sinergica realtà della nostra società».

«In questi anni – prosegue Caviglia – il nostro ospedale ha stretto importanti relazioni sul territorio con soggetti impegnati nella tutela delle donne. È per noi fondamentale continuare un lavoro in sinergia con le realtà locali, ad esempio con i centri antiviolenza di tutta la Regione. Inoltre, prosegue la nostra collaborazione con le donne straniere grazie al lavoro avviato con i consolati delle popolazioni più numerose presenti a Genova (Ecuador, Romania e Albania). Anche quest’anno sarà presente la dott.ssa Martha Fierro, console generale dell’Ecuador, che ci racconterà la condizione della donna ecuadoriana. Infine, poiché l’evangelicità caratterizza tutta l’opera dell’ospedale, saranno presenti anche sorelle evangeliche tra cui: Gianna Urizio, già presidente della Federazione delle donne evangeliche in Italia; Paola Paschetto e Anna Giampiccoli, che ci presenteranno il progetto Mi fido di te, a cura della Diaconia valdese».

L’Oei di Genova è stato insignito dall’Osservatorio nazionale sulla salute della donna (O.N.Da.), dei «Due bollini rosa», un riconoscimento che viene conferito agli ospedali italiani «vicini alle donne». Tante le iniziative a loro dedicate: percorsi clinici e assistenziali durante la gravidanza, l’accompagnamento e il sostegno alla genitorialità; «Finestra Rosa» a tutela di donne e minori vittime di violenza; e, nella ricorrenza del 160° anniversario di fondazione, il progetto «8 Marzo tutto l’anno – Le dottoresse dell’Evangelico incontrano le donne» con l’offerta gratuita di prestazioni e visite sanitarie multi-specialistiche.

«Sono 5 anni – conclude la presidente dell’Oei – che in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne organizziamo questo incontro e la risposta della cittadinanza è sempre positiva. Il ruolo sociosanitario svolto dall’ospedale, grazie anche ai progetti finanziati dall’8 per mille valdese, è apprezzato a livello regionale e da tutte le varie istituzioni presenti sul territorio. Il nostro ospedale si conferma essere un punto di riferimento e questo è il più importante riconoscimento del nostro lavoro».

Immagine di Pietro Romeo