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Il requisito per appartenere alla «famiglia» di Gesù

Non aggiungerete nulla a ciò che io vi comando e non ne toglierete nulla, ma osserverete i comandamenti del Signore vostro Dio
Deuteronomio 4, 2

Gesù disse loro: «Mia madre e i miei fratelli sono quelli che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica»
Luca 8, 21

La madre e i fratelli di Gesù cercano di avvicinarsi a lui (v. 19), ma non ci riescono e quando il fatto che la sua famiglia lo cerca viene riferito a Gesù, Gesù risponde con queste parole. Questo brano ci vuole dire che Gesù rompe con la propria famiglia? Il testo non dice questo; umanamente parlando Gesù ha una famiglia come tutti e avrà avuto legami di affetto famigliare come tutti; anche in questo è «vero uomo», oltre che «vero Dio».

Il testo ci dice piuttosto che il legame con Gesù va oltre e prescinde da qualunque tipo di altro legame e si fonda sull’ascolto e sulla pratica della Parola. Il criterio della vicinanza a Gesù non è l’umano legame di sangue, ma è il legame di fede e di obbedienza alla sua Parola. Il legame familiare non conta davanti a Gesù, conta solo la Parola. Questo vale anche per noi: nessuna appartenenza umana, a una determinata nazione, a una certa cultura, a un gruppo sociale, persino a una determinata chiesa è di per sé garanzia di familiarità con Gesù.

L’unico requisito per appartenere alla «famiglia» di Gesù è l’ascolto e la pratica della sua Parola. Ciò significa che nessuno ne è a priori escluso e che tutti sono invitati ad ascoltare. Tutte le appartenenze precedenti, che pure ci portiamo dietro, non contano: proveniamo da questo o da quel paese, siamo maschi o femmine, siamo protestanti o cattolici o ortodossi…; tutto ciò passa in secondo piano davanti a ciò che Gesù ci chiede: ascoltare e mettere in pratica la sua Parola. Solo così siamo la sua «famiglia», tutto il resto non conta.

Immagine: via istockphoto.com

Non aggiungerete nulla a ciò che io vi comando e non ne toglierete nulla, ma osserverete i comandamenti del Signore vostro Dio
Deuteronomio 4, 2

Gesù disse loro: «Mia madre e i miei fratelli sono quelli che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica»
Luca 8, 21

La madre e i fratelli di Gesù cercano di avvicinarsi a lui (v. 19), ma non ci riescono e quando il fatto che la sua famiglia lo cerca viene riferito a Gesù, Gesù risponde con queste parole. Questo brano ci vuole dire che Gesù rompe con la propria famiglia? Il testo non dice questo; umanamente parlando Gesù ha una famiglia come tutti e avrà avuto legami di affetto famigliare come tutti; anche in questo è «vero uomo», oltre che «vero Dio».

Il testo ci dice piuttosto che il legame con Gesù va oltre e prescinde da qualunque tipo di altro legame e si fonda sull’ascolto e sulla pratica della Parola. Il criterio della vicinanza a Gesù non è l’umano legame di sangue, ma è il legame di fede e di obbedienza alla sua Parola. Il legame familiare non conta davanti a Gesù, conta solo la Parola. Questo vale anche per noi: nessuna appartenenza umana, a una determinata nazione, a una certa cultura, a un gruppo sociale, persino a una determinata chiesa è di per sé garanzia di familiarità con Gesù.

L’unico requisito per appartenere alla «famiglia» di Gesù è l’ascolto e la pratica della sua Parola. Ciò significa che nessuno ne è a priori escluso e che tutti sono invitati ad ascoltare. Tutte le appartenenze precedenti, che pure ci portiamo dietro, non contano: proveniamo da questo o da quel paese, siamo maschi o femmine, siamo protestanti o cattolici o ortodossi…; tutto ciò passa in secondo piano davanti a ciò che Gesù ci chiede: ascoltare e mettere in pratica la sua Parola. Solo così siamo la sua «famiglia», tutto il resto non conta.

Immagine: via istockphoto.com