12-incendi

Caccia e incendi boschivi

Terminata l’emergenza è tempo di iniziare a fare una serie di bilanci e valutazioni legate agli incendi che hanno devastato il Piemonte nelle settimane scorse. A far discutere è l’argomento caccia, tema delicato che nei giorni degli incendi è stato più volte tirato in ballo.

«Non si potrà cacciare per tutta la stagione venatoria nelle zone maggiormente interessate dai recenti incendi boschivi» così stabilisce una delibera presentata dall’assessore Giorgio Ferrero e approvata il 17 novembre dalla Giunta regionale.

Il provvedimento blocca infatti la caccia oltre il 30 novembre, limite precedentemente fissato, fino alla fine della stagione nell’intero territorio di Bussoleno, Caprie, Cumiana, Giaveno, Locana, Mompantero, Novalesa, Perrero, Ribordone, Roure, Rubiana, Sparone, Traversella, Pramollo, Chianocco, Venaus, Susa, Vistrorio, Rueglio, Cantalupa e Frossasco ricadente nei comprensori alpini TO1, TO3 e TO5; in provincia di Cuneo sono interessate vaste zone di Bellino, Casteldelfino, Pontechianale e della Valle Stura.

Lo stop è dato in attesa che venga delimitato il terreno direttamente toccato dagli incendi, su cui non si potrà cacciare per 10 anni, ma riguarda anche le zone cuscinetto intorno a quelle incendiate. Questo divieto è previsto dalla legge quadro sugli incendi boschivi datata 21 novembre 2000. All’articolo 10 si legge che «Sono altresì vietati per dieci anni, limitatamente ai soprassuoli delle zone boscate percorsi dal fuoco, il pascolo e la caccia». L’articolo riguarda soprattutto gli aspetti edilizi e il cambio di destinazione d’uso del suolo bruciato.

«I territori in cui non si può cacciare sono stati stabiliti di concerto con i comparti alpini interessati, la Provincia di Cuneo e la Città metropolitana – chiarisce Ferrero –. È un buon risultato, frutto di un lavoro di ascolto delle esigenze espresse dagli enti locali, per dare fiato alla fauna colpita dagli incendi e alle aree distrutte».

La caccia potrà essere invece praticata nella altre aree non toccate direttamente o indirettamente dagli incendi di ottobre.

Il CATO1 (Comprensorio alpino) si è espresso sulla questione. «Purtroppo la Regione Piemonte ha vietato la caccia anche nel Comune di Pramollo – dice il presidente Federico Avondetto –

perché inserito nell’elenco dei Comuni colpiti da incendio prodotto dal Servizio Protezione Civile della Città Metropolitana. Cercheremo in tempi brevi di far modificare questo provvedimento e di far riaprire la caccia anche in questo Comune. Negli altri Comuni individuati dalla Regione (Perrero, Roure, Cantalupa e Frossasco) la caccia resta vietata sull’intero territorio comunale, fino alla formale definizione delle perimetrazioni delle aree degli incendi o salvo diversa destinazione del territorio da parte della Città Metropolitana.

In tal senso il CATO1 si è già mosso per limitare l’estensione delle zone vietate alle sole aree colpite da incendio e zone limitrofe».

Immagine di Emilio Clot

Terminata l’emergenza è tempo di iniziare a fare una serie di bilanci e valutazioni legate agli incendi che hanno devastato il Piemonte nelle settimane scorse. A far discutere è l’argomento caccia, tema delicato che nei giorni degli incendi è stato più volte tirato in ballo.

«Non si potrà cacciare per tutta la stagione venatoria nelle zone maggiormente interessate dai recenti incendi boschivi» così stabilisce una delibera presentata dall’assessore Giorgio Ferrero e approvata il 17 novembre dalla Giunta regionale.

Il provvedimento blocca infatti la caccia oltre il 30 novembre, limite precedentemente fissato, fino alla fine della stagione nell’intero territorio di Bussoleno, Caprie, Cumiana, Giaveno, Locana, Mompantero, Novalesa, Perrero, Ribordone, Roure, Rubiana, Sparone, Traversella, Pramollo, Chianocco, Venaus, Susa, Vistrorio, Rueglio, Cantalupa e Frossasco ricadente nei comprensori alpini TO1, TO3 e TO5; in provincia di Cuneo sono interessate vaste zone di Bellino, Casteldelfino, Pontechianale e della Valle Stura.

Lo stop è dato in attesa che venga delimitato il terreno direttamente toccato dagli incendi, su cui non si potrà cacciare per 10 anni, ma riguarda anche le zone cuscinetto intorno a quelle incendiate. Questo divieto è previsto dalla legge quadro sugli incendi boschivi datata 21 novembre 2000. All’articolo 10 si legge che «Sono altresì vietati per dieci anni, limitatamente ai soprassuoli delle zone boscate percorsi dal fuoco, il pascolo e la caccia». L’articolo riguarda soprattutto gli aspetti edilizi e il cambio di destinazione d’uso del suolo bruciato.

«I territori in cui non si può cacciare sono stati stabiliti di concerto con i comparti alpini interessati, la Provincia di Cuneo e la Città metropolitana – chiarisce Ferrero –. È un buon risultato, frutto di un lavoro di ascolto delle esigenze espresse dagli enti locali, per dare fiato alla fauna colpita dagli incendi e alle aree distrutte».

La caccia potrà essere invece praticata nella altre aree non toccate direttamente o indirettamente dagli incendi di ottobre.

Il CATO1 (Comprensorio alpino) si è espresso sulla questione. «Purtroppo la Regione Piemonte ha vietato la caccia anche nel Comune di Pramollo – dice il presidente Federico Avondetto –

perché inserito nell’elenco dei Comuni colpiti da incendio prodotto dal Servizio Protezione Civile della Città Metropolitana. Cercheremo in tempi brevi di far modificare questo provvedimento e di far riaprire la caccia anche in questo Comune. Negli altri Comuni individuati dalla Regione (Perrero, Roure, Cantalupa e Frossasco) la caccia resta vietata sull’intero territorio comunale, fino alla formale definizione delle perimetrazioni delle aree degli incendi o salvo diversa destinazione del territorio da parte della Città Metropolitana.

In tal senso il CATO1 si è già mosso per limitare l’estensione delle zone vietate alle sole aree colpite da incendio e zone limitrofe».

Immagine di Emilio Clot