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Arte e spettacolo sulla Montagna a Torre Pellice

10,17,24 sono i tre venerdì di novembre in cui si svolge l’ormai consolidata rassegna «MontagnArt». Sempre alle 21, sempre al Teatro del Forte di Torre Pellice, sempre con ingresso libero.

Siamo ormai giunti all’ottava edizione della rassegna organizzata dal Cai Uget Valpellice in collaborazione con l’associazione Fa+ che tratta di arte e spettacolo sulla montagna. Rassegna che ha raccolto l’eredità e inglobato «Alpinismo in celluloide», che con questa edizione raggiunge quota ventotto edizioni.

Le tre date a novembre tratteranno tre temi differenti.

Venerdì 10 si inizia con Franco Perlotto, alpinista, scrittore e rifugista che con una video proiezione racconterà la sua storia e i suoi numerosi viaggi in tutto il mondo, prima caratterizzati da prime ascensioni e poi da progetti umanitari. Franco Perlotto è infatti guida alpina, viaggiatore e giornalista.

Ha all’attivo alcune migliaia di ascensioni, tra le quali spiccano

42 vie nuove delle quali 10 in solitaria, 63 solitarie tra le quali 24 prime solitarie, 15 prime invernali. Tra le sue salite più importanti ci sono: la prima assoluta del Salto Angel in Venezuela, due prime solitarie sul Capitan in California, la prima solitaria del Trollryggen in Norvegia, le prime solitarie della via degli Svizzeri al Grand Capucin e della via Gervasutti al Pic Adolphe Rey sul Monte Bianco e varie prime solitarie sulle Dolomiti. È esperto in cooperazione allo sviluppo e ha coordinato progetti umanitari in Afghanistan, Territori Palestinesi, Sri Lanka, Bosnia, Sud Sudan, Ruanda, Congo e Ciad. In Amazzonia ha vissuto per tre anni con gli indios Yanomami e per quattro anni ha coordinato un programma del Ministero degli Esteri contro gli incendi forestali. Gli è stata conferita una laurea a honorem in educazione e divulgazione ambientale. Collabora con testate italiane e internazionali ed ha pubblicato 14 libri tra i quali due romanzi.

Il 17 invece «Nach Venedig – La Grande Guerra sulle prealpi vicentine», video proiezione a cura di Gianni Frigo. Quarantuno mesi di guerra: dal primo colpo di cannone, sparato dal forte Verena su quello austro-ungarico di Vezzena alle 3,45 del 24 maggio del 1915, alle ultime fucilate, tirate agli ungheresi in ritirata dagli inglesi che li inseguivano sulla strada di Trento il 2 novembre 1918. La proiezione racconta di una Civiltà millenaria spazzata via dal turbine del conflitto. «La “guerra” è stata “grande” – dice Frigo –, si, ma non c’è niente di positivo in quell’aggettivo…Ricordare non significa celebrare, ma piuttosto restituire la voce alle vite stroncate, ai sogni inespressi, ai desideri non agiti, alle potenzialità non realizzate. Come, in sole tre parole, seppero mirabilmente fare gli Alpini sopravvissuti sulla colonna mozza, posta nel 1920 sulla sommità dell’insanguinata Ortigara: «Per non dimenticare».

Infine si chiude il 24 con «Destinazione K2 – Molto più di un semplice viaggio» video proiezione a cura di Gian Luca Gasca che racconta l’esperienza di viaggio «dolce» prima su Alpi e Appennini e poi per arrivare sul K2, in Pakistan. Un lungo viaggio via terra e con i mezzi pubblici partito da Torino, città fondante del CAI, per arrivare al K2, montagna simbolo degli italiani. Il racconto, non solo di un viaggio sulle montagne (in modo sostenibile), ma anche di un percorso di vita.