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Premio per la pace di Augusta al pastore Martin Junge

Il pastore Martin Junge, segretario generale della Federazione luterana mondiale (Flm), il 20 ottobre è stato insignito del Premio per la pace di Augusta 2017 che viene assegnato ogni tre anni dal 1985. Precedenti vincitori sono stati: Mikhail Gorbachev, il patriarca Shenouda III di Alessandria e Richard von Weizsäcker.

Parlando nella sala cerimoniale del Municipio, Junge ha sottolineato il carattere pacifico delle religioni e si è opposto a qualsiasi strumentalizzazione della fede.

César Carcía, segretario generale della Conferenza Mondiale Mennonita, ha lodato Junge per il suo costante impegno a favore della riconciliazione tra le fedi e a sostegno della giustizia e della pace.

Dal canto suo, Junge ha dichiarato: «Le comunità religiose, comprese quelle cristiane, devono rimanere attente e riconoscere quando si mobilita il loro potenziale di conflitto, anziché il loro fondamentale orientamento alla costruzione della pace. Considero ciò uno dei compiti principali dei leader religiosi che devono assumersi la responsabilità di garantire che il potenziale negativo delle religioni non possa né svilupparsi né essere strumentalizzato politicamente».

Il segretario generale della Flm ha inoltre affermato che, con il trattato del 1555 conosciuto come la Pace di Augusta, la città è divenuta simbolo di tutti quegli sforzi per portare la pace tra cattolici e luterani. Ricordando la commemorazione cattolica-luterana comune avvenuta a Lund il 31 ottobre 2016, Junge ha dichiarato che quell’evento è segno «che il dialogo paga, e che il conflitto può essere superato».

Il teologo cileno infine ha fatto appello a non considerare la chiesa come fine a se stessa: «L’adorazione e il servizio al mondo si appartengono», ha dichiarato Junge. La Federazione luterana mondiale è una delle più grandi organizzazioni protestanti impegnate nelle situazioni di emergenza e nell’assistenza allo sviluppo. Riferendosi in particolare ai movimenti di rifugiati in tutto il mondo, Junge ha ricordato che la cura del prossimo è una parte inalienabile dell’identità cristiana. «Coloro che sostengono che l’Europa deve chiudere i propri confini per preservare la propria identità cristiana, non capiscono affatto il senso della fede cristiana».

Immagine: Ruth Plössel