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Abbiamo bisogno di una chiesa che sappia parlare ai giovani

Una giornata di festa per la diocesi di Pinerolo: la cerimonia di insediamento del vescovo Derio Olivero, già vicario generale di Fossano (Cn), è stata seguita ieri dai presenti nella cattedrale e da molti altri all’esterno, dove era stato collocato un maxischermo: una giornata di gioia per il compito che il vescovo ha assunto, e gratitudine per l’opera del suo predecessore, Pier Giorgio Debernardi, ora emerito (si recherà nel Burkina Faso, e per questo era presente anche un vescovo di quella terra).

Prima dell’ingresso in Duomo, sul palco posto nella piazza antistante vi sono stati gli interventi del sindaco della città Luca Salvai e del vescovo Debernardi, che ha salutato anche le «chiese sorelle». È seguito il saluto proprio e dei rappresentanti di altre chiese cittadine. Il moderatore della Tavola valdese Eugenio Bernardini ha sottolineato la vocazione ecumenica della diocesi di Pinerolo (è da qui che partirono le riflessioni e poi le elaborazioni che hanno portato ai documenti che stabiliscono una procedura per i matrimoni interconfessionali): una vocazione fatta di dialogo, ma anche del conseguimento di risultati concreti, come appunto il Testo comune sui matrimoni, approvato dal Sinodo valdese nel 1997.

È intervenuto anche padre Ciprian Ghizila, della chiesa ortodossa romena della città che ha sottolineato l’importanza dell’immagine del seminatore, nello stemma scelto da mons. Olivero. Quest’ultimo, dopo la procedura formale dell’insediamento, ha poi celebrato la funzione, ricordando nell’omelia che una chiesa che non sappia parlare ai giovani è una chiesa che non parla a nessuno, e che uno dei più urgenti problemi per la chiesa stessa è quella di non riuscire a render conto adeguatamente della bellezza di Dio che è regalata all’umanità. Non ho un programma da esprimere ora, ha detto rivolgendosi ai fedeli, «perché quello lo faremo insieme». Ma certo la volontà di trovare sempre nuovi modi per trasmettere la fede nella società.