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«I Corridoi umanitari un modello per noi tedeschi»

«Con l’apertura dei corridoi umanitari avete mostrato una via, che permette a molti tra i più deboli nel mondo, di ottenere protezione e accoglienza in Europa, senza che debbano consegnarsi nelle mani di trafficanti di uomini senza scrupoli».Così il presidente federale tedesco, Frank-Walter Steinmeier, ospite ieri pomeriggio, lunedì 9 ottobre, della Comunità di Sant’Egidio a Roma, ha reso merito al progetto di passaggi sicuri attraverso il Mediterraneo gestito dal movimento cattolico in collaborazione con la Tavola valdese e la Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei).

Si è trattata dell’ultima tappa di una intensa due giorni nella capitale italiana per Steimeier, luterano, da marzo il dodicesimo presidente della Repubblica tedesca. La visita ha preso avvio domenica con un discorso tenuto alla Christuskirche di via Sicilia, sede della comunità luterana romana. Nella chiesa, inaugurata nel 1922 su un progetto di Franz Heinrich Schwechten, l’architetto di corte dell’imperatore Guglielmo II, Stenmeier ha preso spunto dalle celebrazioni dei 500 anni della Riforma protestante per tracciare un quadro delle sfide che attendono l’Europa alle prese con un processo di integrazione che «può avere successo solo nel lungo periodo. La politica continentale non deve ignorare o soffocare le istanze e i timori dei cittadini, dalla Gran Bretagna alla Catalogna, dalla Polonia alla Grecia. Le emozioni e l’atteggiamento interiore non sono mai secondari. Tuttavia, questi sono stati sottovalutati nel processo di integrazione europea».

 Il presidente ha definito la Riforma avviata dal tedesco Lutero come «un’alba della modernità», senza nascondere che da quelle azioni si sono generate anche radici di pericolosa intolleranza e incomprensione. Ma ora è il momento di un tempo nuovo: «I decenni passati hanno dimostrato che l’impossibile è possibile: la riconciliazione e la pace fra i popoli» ha proseguito il presidente federale. Come nell’ecumenismo, «la riconciliazione della diversità nell’integrazione europea costituisce anche la base migliore per ulteriori progressi. Il dialogo che cattolici e protestanti hanno saputo avviare dopo secoli di silenzio può essere preso da esempio di coesistenza per il nostro continente».

La giornata di lunedì si è aperta per Stenmeier con un’udienza privata in Vaticano. 55 minuti di colloquio con papa Francesco, il più lungo incontro nel pontificato di Bergoglio, al termine del quale il presidente tedesco ha rilasciato una breve dichiarazione alla stampa: «abbiamo parlato a lungo della questione dei rifugiati e degli immigrati, ed il pontefice ha comunicato il suo rispetto per il modo in cui la Germania ha percepito la propria responsabilità nella grande crisi migratoria,con l’auspicio che la solidarietà europea contribuisca maggiormente allo sviluppo dell’Africa, da dove giungono per la maggior parte i rifugiati». Le recenti elezioni tedesche «sulle quali era molto informato», il clima con «la preoccupazione per la tenuta degli accordi di Parigi», e il giubileo della Riforma con «il positivo dialogo ecumenico fra protestanti e cattolici» sono stati gli altri temi discussi.

Nel pomeriggio infine la già citata visita alla Comunità di Sant’Egidio e il riconoscimento del progetto dei Corridoi umanitari che secondo Steinmeier «si caratterizza in modo particolare per il forte accompagnamento dei profughi una volta accolti. Attraverso il vostro programma di sostegno si assicura l’aiuto con successo all’integrazione. Questo è un modello, dal quale noi in Germania possiamo imparare».