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A Ciambra candidato per gli Oscar 2018

A Ciambra, film diretto dal giovane regista italo americano Jonas Carpignano, è il film italiano candidato agli Oscar 2018. Senza entusiasmarsi troppo per la rilevanza che una manifestazione straniera dovrebbe avere nel sancire la validità e la fortuna di una nostra pellicola, francamente vorrei stringere personalmente la mano a ognuno dei componenti della Commissione che ha candidato il film.

La camera segue le vicende del tredicenne Pio, un indipendente, testardo, intelligente, sensibile, semi analfabeta giovane rom che con la sua famiglia affronta le difficoltà quotidiane della vita, tra pericoli e malaffare.

Occupandosi di minoranze, migrazioni, emergenze, difficilmente ci si può imbattere in una questione più spinosa di quella legata alle comunità Rom e Sinti in Italia. Stiamo parlando di comunità presenti sul territorio da secoli, di persone spesso nate e cresciute in Italia che vivono letteralmente in ghetti. Alcuni articoli che trattano dell’argomento si possono trovare qui, qui, qui, qui, qui e in questo reportage.

Io credo che nessuno, onestamente, possa dire di non avere qualche pregiudizio verso i Rom; (tranne, forse, Jonas Carpignano che da anni ormai vive a Gioia Tauro ed è in stretto contatto con la comunità che ha ripreso nel film). La cosa più triste è che sembra che quegli stessi pregiudizi abbiano sostituito quella che era un’originale identità, tanto che gli stessi “zingari” fanno difficoltà a immaginarsi fuori dai ghetti (condizione non ideale per nessuno né tantomeno auspicata dalle comunità Rom) che si ritrovano però senza alternative, non soltanto pratiche, ma neanche oniriche. L’immagine romantica della carovana di gitani, dei cavalli come compagni di viaggio e delle allegre musiche che accompagnano le feste, può dirsi in fase di estinzione. Almeno in Italia.

Il bello è che in questa pellicola chi non vuole guardare oltre le apparenze delle immagini più dirette, non troverà modo di sfatare i propri pregiudizi.

E allora perché è un film da vedere e da candidare? A mio avviso per fare esercizio; per mettere alla prova la propria tolleranza, comprensione, la capacità di lettura di alcune dinamiche. In questo quartiere/ghetto, a Ciambra, la comunità è in debito con lo stato italiano ed è in debito con la malavita italiana. Rispettivamente, il primo non vuole affrontare l’endemica diffidenza e incrementare politiche di inclusione, la seconda sfrutta la posizione debole dei Rom per far fare il lavoro sporco e scaricarsi delle conseguenze penali. Gli zingari sono un facile obiettivo per tutti.

Il fratello del protagonista, uscito dal carcere, decide di raccontare com’è stare dentro: non è male, dice, suppongo mentendo, “li tutti ti rispettano. Persino gli italiani”. Chi saranno mai questi italiani che elargiscono il proprio rispetto con così tanta parsimonia?

Ma il bello vero di questo film è che si legge su più piani: c’è quello di una vicenda drammatica che intreccia le vite degli ultimi nelle comunità rom e africane tra Gioia Tauro e Rosarno, c’è la storia di un ragazzo in una fase cruciale della vita, quella tra l’infanzia e l’età adulta, e poi c’è il crepuscolo di una cultura di cui, nel film, si intuisce la scomparsa insieme ai membri più anziani delle comunità, i soli ad avere memoria di un tempo in cui essere Rom non significava per forza essere ladri confinati nei campi.

Stringerei le mani alla commissione che ha proposto questo film perché se noi lo vediamo, se più persone nel mondo lo vedono, avranno di fronte una situazione di cui non si vuole parlare, anche solo perché affrontarla è molto complicato. Perché trovarsi di fronte la realtà non filtrata da media ideologici è qualcosa a cui sarebbe bello potersi riabituare. Perché non è possibile farsi carico di tutti i problemi del mondo, ma i campi rom sono molto più vicino a noi di quanto vorremmo sapere. Perché questa è la nostra realtà, i rom fanno parte del nostro paese e della nostra storia, e faremmo meglio ad abituarci e smettere di considerarli esemplari di un’altra specie.

Immagine: Uno screenshot del film. Crediti: Bart ryker – trailer ufficiale, Copyrighted, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=6546030