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Riconoscere la signoria di Cristo

Allora io trasformerò le labbra dei popoli in labbra pure, affinché tutti invochino il nome del Signore, per servirlo di comune accordo
Sofonia 3, 9

Ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre
Filippesi 2, 11

L’immagine del «piegarsi di ogni ginocchio» davanti a Gesù e del «proclamare da parte di ogni lingua» la sua signoria, ci ricorda le parole del capitolo 15 della I Epistola ai Corinzi, dove si parla dell’autorità di Cristo alla quale tutto e tutti saranno sottoposti. Ogni creatura riconoscerà in Cristo il Signore, come dice il nostro testo. Paolo aggiunge che «Dio ha posto ogni cosa sotto i suoi piedi» (v. 27).

La scienza ci parla del «Big Bang», l’inizio dell’espansione di tutta la creazione, che noi – come credenti – accostiamo a Genesi 1, 1: «Nel principio Dio creò i cieli e la terra». Dopo miliardi e miliardi di anni la creazione è ancora in movimento, in crescita, e l’apostolo spinge l’orizzonte della storia il più lontano possibile, raggiungendo il punto estremo che noi possiamo immaginare: «Quando ogni cosa gli sarà stata sottoposta, allora anche il Figlio stesso sarà sottoposto a colui che gli ha sottoposto ogni cosa, affinché Dio sia tutto in tutti» (I Corinzi 15, 28).

Questa è la «restaurazione di tutte le cose» di cui leggiamo in Atti 3, 21. Dio ha avviato la sua creazione, la governa, la tiene fra le sue mani e la conduce al completamento. Quando ciò accadrà, non lo sappiamo. Quello che sappiamo è che possiamo fidarci di questo Dio che nella creazione ha inserito ognuno di noi e ci vuol portare al compimento della nostra crescita, un Dio che non perderà neppure una delle sue creature e un giorno permeerà di Sé tutti ed ogni cosa.

Per questo ogni creatura di Dio loderà il Signore, ognuna nella sua lingua. I salmi esprimono questo concetto con ricchezza di immagini: «Risuonino i mari, esultino i monti, i fiumi battano le mani» esorta il Salmo 98; «Gli alberi della foresta dian voci di gioia» ribadisce il Salmo 96; mentre Giobbe cap. 38 ci ricorda il canto delle stelle del mattino. L’ultimo Salmo, il 150 si conclude: «Ogni creatura che respira lodi il Signore. Alleluia!».

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