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La Bibbia di Zurigo regalata alla città di Wittenberg

Durante i quasi quattro mesi di esposizioni e fiere a Wittenberg, che dal 20 maggio al 10 settembre ha ospitato cittadini di tutto il mondo venuti per festeggiare o conoscere la Riforma protestante e la sua eredità, uno dei padiglioni più attivi e suggestivi si è rivelato quello delle Chiese riformate svizzere. A dominare la scena i macchinari necessari per stampare, con tecniche pre-industriali, una copia del Nuovo Testamento della Bibbia di Zurigo. La riproduzione della pressa utilizzata da Gutenberg per la sua invenzione rivoluzionaria ha condotto gli spettatori verso un tuffo nel passato, nei secoli in cui i caratteri mobili consentirono finalmente una stampa più rapida e una diffusione maggiore dei libri, rispetto alle cerchie ristrette di eruditi che fino a quel momento potevano usufruirne.

Questo esemplare unico, prodotto dunque durante i giorni di fiera, è stato donato alla città di Wittenberg nel corso della cerimonia di chiusura del grande expo. Sono state in realtà tre in totale le copie del Nuovo Testamento realizzate, decorate con 21 illustrazioni di Hans Holbein il giovane, realizzate su carta artigianale e rilegate in appena 96 giorni, come ai tempi della Riforma. Fu nel 1531 a Zurigo, tre anni prima della versione di Lutero, che lo stampatore Froschauer (l’editore di Zwingli, a cui è tradizionalmente attribuita questa traduzione) stampò la prima Bibbia integrale in ligua tedesca, testo divenuto di riferimento per i riformati elvetici.

Secondo Michel Muller, presidente del Consiglio della Chiesa riformata di Zurigo «la Bibbia di Zurigo ha svolto un ruolo di primo piano nella diffusione della Riforma. Grazie alle traduzioni, l’educazione della società è andata di pari passo con il suo rinnovamento. Ciò corrispondeva alla visione umanistica dei riformatori di Zurigo. Tale spirito è stato senza dubbio il nostro marchio di fabbrica e prodotto di esportazione per secoli. Per questo siamo lieti di donare questa Bibbia stampata proprio qui, nella città di Lutero. Ci pare tutto molto simbolico». Nel segno della continuità con quanto proposto al’intero, il nome del padiglione svizzero è stato “Prophezey”, profezia, dal nome della scuola avviata da Huldrich Zwingli, antesignana delle moderne facoltà di Teologia protestante.

Immagine: Di Otto Münch; photograph by Rebecca Kennison – Opera propria, CC BY 2.5, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1669257